Fondo Alberghi. "Invece di zittire i sindacalisti, garantire politiche trasparenti ed efficaci"
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Il sindacato trentino è pienamente consapevole della crisi che ha colpito il comparto turistico tanto che fin da maggio del 2020, ha chiesto, per troppi mesi purtroppo inascoltato, interventi per sostenere le migliaia di lavoratrici e lavoratori stagionali senza lavoro a causa dell'emergenza sanitaria.
Il problema di dare continuità alle strutture alberghiere in crisi esiste ma bene ha fatto il segretario generale della UIL del Trentino, Walter Alotti, a sollevare la questione delle modalità, dei criteri e della trasparenza con le quali potrebbero essere messi in atto strumenti pubblici di salvataggio delle aziende in crisi del ricettivo. Non si tratta di problemi di poco conto anche in considerazione del fatto che, come dimostra la Banca d'Italia, proprio le imprese turistiche trentine registrano un notevole gap di produttività rispetto a quelle sudtirolesi e che ancora troppi sono gli episodi di lavoro nero e grigio portati alla luce dalle ispezioni di Guardia di Finanza e Inps come accaduto di recente nell'Alto Garda.
Di questo dovrebbe preoccuparsi per prima Trentino Sviluppo che si occupa per missione della crescita e della qualità delle imprese locali e che interviene direttamente nel comparto turistico grazie alle partecipazioni nelle imprese funiviarie.
Forse quindi invece di zittire i sindacalisti che pongono problemi seri di policy, magari solo per cercare di accreditarsi con l'assessore pro tempore di turno, i dirigenti di Trentino Sviluppo farebbero bene a fare tesoro delle critiche per poi adottare le modalità più efficienti e trasparenti per supportare il sistema produttivo locale. Perché il salvataggio di un albergo con soldi pubblici non è certo un esercizio particolarmente difficile, mentre fare in modo che le imprese di un settore come quello turistico sappiano davvero aumentare gli investimenti, far crescere la produttività, rispettare i diritti dei lavoratori e garantire la sostenibilità del proprio prodotto, anche in Trentino sembra molto più difficile che per esempio in Alto Adige.