Occupazione in Trentino. “Rimbalzo dell’industria. Serve consolidare la ripresa in tutti i settori"
Ora sono essenziali l’incontro domanda-offerta e le politiche attive. In miglioramento anche ricettivo e ristorazione: “Per questi settori, il green pass è l’unica opzione contro le incertezze del Covid e l’ipotesi di nuove restrizioni”
Sono positivi i dati sulle assunzioni a maggio in Trentino. Il report mensile di Agenzia del Lavoro conferma le tendenze registrate ad aprile. A maggio infatti i nuovi contratti di lavoro sono stati complessivamente 10.128, il doppio dello stesso mese dello scorso anno, ma anche il 25% in più del 2019. Nei primi cinque mesi dell’anno, però, risultano oltre 7mila contratti in meno rispetto al 2019: le assunzioni registrate nel periodo quest’anno sono state infatti 41.464 contro le 48.583 di due anni fa. Mancano, dunque, all’appello 7.340 contratti di lavoro nel settore terziario rispetto ai primi cinque mesi del 2019, a dimostrazione che l’impatto della mancata stagione sciistica invernale e della lenta ripresa del settore turistico in primavera si fanno ancora sentire, anche se sempre meno.
A sostenere le buone performance del mercato del lavoro provinciale è il settore industriale, in particolare il manifatturiero. Da gennaio a maggio le assunzioni sono addirittura aumentate rispetto allo stesso periodo del 2019 (+4,6%), dimostrando che il settore industriale è già ritornato ai livelli pre crisi. “Il rimbalzo del settore industriale è ormai avviato - spiegano i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti - ed a confermarlo c’è anche il drastico calo nel ricorso alla cassa integrazione rispetto ai mesi precedenti”. Per il manifatturiero ora è urgente migliorare i servizi di incontro tra domanda e offerta di lavoro e le politiche attive per dare risposte certe alle aziende industriali che cercano personale. I sindacati ricordano quanto scritto alla Giunta provinciale ormai a marzo: serve un piano per la riqualificazione dei disoccupati per garantire un veloce reinserimento occupazionale nei settori dove la domanda è forte.
“Se a poche settimane dallo sblocco dei licenziamenti - continuano Grosselli, Bezzi e Alotti -, in Trentino non si registrano situazioni allarmanti è anche perché la ripresa del settore manifatturiero continua. Confidiamo che nei prossimi mesi la tendenza si confermi. Se così sarà, dovremo affinare le politiche provinciali per sostenere le assunzioni stabili in maniera selettiva, non come fatto fino ad oggi. Nei primi cinque mesi dell’anno infatti le assunzioni stabili sono state 5.155, con un saldo negativo di ben 3.147 assunzioni a tempo indeterminato rispetto allo stesso periodo del 2019”.
Ma per i sindacati l’impegno deve essere anche quello di consolidare la ripresa in tutti i settori, anche nel terziario dove a maggio si registra un aumento significativo delle assunzioni di 2.795 unità (+27,6%) rispetto allo stesso periodo del 2019, ma se si osservano complessivamente i primi cinque mesi dell’anno i livelli del mercato del lavoro restano ancora distanti dall’epoca pre pandemia. Solo con i dati di giugno - quando due anni fa si registrarono oltre 15mila assunzioni in un mese - si potrà effettivamente verificare se il settore turistico, come nel 2020, potrà contare su una stagione estiva davvero positiva. “Purtroppo la diffusione delle varianti del Sars-CoV-2 - ammettono i segretari di Cgil Cisl Uil del Trentino - rendono la stagione turistica più incerta rispetto a quella dello scorso anno. Ma i segnali sembrano ancora positivi. E’ però ormai certo che l’unica possibile opzione per ridurre le incertezze provocate dal Covid sul settore alberghiero e della ristorazione è la campagna vaccinale e l’utilizzo del green pass anche in vista della stagione invernale. Su questo fronte il Trentino deve attrezzarsi subito per evitare nuove restrizioni che risulterebbero esiziali per il settore”.
Trento, 21 luglio 2021