Stati generali del Lavoro. Sostenere donne e giovani nel mercato del lavoro
Cgil Cisl Uil: la sfida è governare il cambiamento demografico e favorire la ripresa di investimenti innovativi. Urgente la riforma istituzionale e il riassetto della PA provinciale
Giovani e donne ma anche senior. E’ sulla gestione di questi soggetti che si gioca la sfida per rafforzare i fondamentali del mercato del lavoro trentino. E’ quanto hanno sostenuto oggi Cgil Cisl Uil nell’ambito di un incontro in plenaria degli Stati generali del Lavoro al quale ha partecipato anche l’assessore provinciale Achille Spinelli.
Per i sindacati il primo nodo da affrontare è quello demografico se si vuole davvero migliorare il tasso di occupazione, sostenere le transizioni e rendere più dinamica anche la crescita dell’economia locale. In parallelo vanno affrontati in nodi relativi all’innovazione tecnologia e alla ridotta produttività del sistema locale e portata a termine la riforma istituzionale riorganizzando e potenziando la Pubblica amministrazione soprattutto su lato delle competenze.
Oggi in Trentino i giovani si inseriscono troppo tardi sul mercato del lavoro e faticano a trovare un’occupazione stabile. Per questa ragione bisogna puntare di più l’apprendistato duale a tutti i livelli e ridurre il ricorso a forme di lavoro non retribuite come tirocini e stage. Accanto ai giovani le donne: in provincia il tasso di occupazione femminile è distante 5 punti da quello dell’Alto Adige nella fascia 25-34 anni. Una ridotta presenza sul mercato del lavoro incide anche sulla natalità. Da qui la necessità di rafforzare le misure per incentivare l’occupazione femminile e allo stesso tempo rendere “più conveniente lavorare”. E’ in questa logica che secondo Cgil Cisl Uil andrebbero anche riformati gli strumenti di sostegno al reddito per le famiglie, aumentando gli incentivi che favoriscano l’attivazione sul mercato del lavoro soprattutto di donne e giovani.
Infine il segmento i senior: nel 2030 i lavoratori over 55 in Trentino saranno con molta probabilità un terzo del totale degli attivi. I sindacati spingono perché si adottino politiche specifiche a livello territoriale e aziendale, in ambito privato e pubblico, per favorire il mantenimento in forze dei lavoratori senior senza perdere produttività. Il primo passo in questa direzione sarebbe un monitoraggio su scala provinciale delle età al lavoro e su quanto le aziende siano consapevoli dell’invecchiamento delle popolazione lavorativa.
Oltre che una sfida quella demografica può diventare anche un’opportunità se il Trentino sarà in grado di attrarre parte dei fondi che PNRR e Next Generation UE destinano all’innovazione organizzativa e tecnologica. Serve puntare, dunque, su politiche industriali e fiscali che sostengano gli investimenti privati e la crescita dimensionale delle imprese, ma anche su un sistema di istruzione capace di interfacciarsi con il mondo del lavoro rafforzando la sua missione educativa a tutti i livelli. In questa chiave accanto le istituzioni scolastiche superiori e universitarie dovrebbero avere un ruolo più forte nella formazione continua dei lavoratori e un investimento sul rafforzamento delle politiche del lavoro per sostenere i lavoratori e le lavoratrici che si trovano in una fase di transizione. Infine il nodo della contrattazione: urgono politiche industriali e fiscali che favoriscano la contrattazione, per migliorare le retribuzioni e l’organizzazione del lavoro anche a vantaggio della produttività.
Ultimo nodo è quello del sistema pubblico: crescita economica e occupazionale sono legate a filo doppio ad un sistema pubblico efficiente, dotato di professionalità adeguate. Sul punto Cgil Cisl Uil, accanto alla richiesta di sbloccare i tavoli per il rinnovo dei contratti di scuola, autonomia locale e sanità, ritengono urgente andare oltre la palude in cui è bloccata la riforma del sistema istituzionale trentino per garantire un riassetto della Pa provinciale. All’economia serve una pubblica amministrazione innovativa ed efficiente.
Trento, 6 luglio 2021