A Spini mancano 64 agenti
La pianta organica ne prevede 227, ce ne sono 163. Ferme le assunzioni e il contratto. La protesta arriva a Roma
C’era anche la Fp Cgil del Trentino, giovedì a Roma con una delegazione territoriale, alla manifestazione per chiedere assunzioni, sicurezza e contratti per la Polizia penitenziaria. Il problema è nazionale e Trento non fa eccezione: spiega il Segretario generale Luigi Diaspro: «Le ragioni della manifestazione valgono naturalmente anche per il personale in servizio alla Casa circondariale di Spini di Gardolo, dove attualmente sono presenti in organico 163 agenti di Polizia penitenziaria a fronte dei 227 previsti». Altro punto di massimo allarme sono le tensioni e le brutali aggressioni ai danni di alcuni poliziotti (l’ultima a Piacenza). «A Trento - osserva il delegato territoriale Gioacchino Ernandes – pur non registrando tali episodi di violenza riteniamo di assoluta urgenza monitorare e prevenire situazioni di particolari tensioni, intervenire sull’organizzazione, e ciò a partire appunto dall’adeguamento degli organici».
Le rivendicazioni - assunzioni, sicurezza e contratti - sono state sottoposte all’attenzione della ministra Marta Cartabia. Da mesi – osserva la Fp Cgil – stiamo chiedendo un intervento che possa portare un minimo di sollievo al personale di Polizia penitenziaria, che continua a lavorare in condizioni al limite della sopportabilità umana e senza risposte.
Una situazione, già critica prima dell’inizio della pandemia, diventata insostenibile: mancano circa 5.000 poliziotti nella dotazione organica e ogni anno ne vanno in pensione circa 1.300: questo significa che nei prossimi due anni servono almeno 7.000 assunzioni. Si aggiungono le assenze dovute al contagio e alle misure di isolamento, con la conseguenza che un poliziotto è costretto a coprire più posti di servizio nello stesso turno e a lavorare fino a 16 ore al giorno, senza poter fruire dei diritti soggettivi.
Per queste ragioni Fp Cgil chiede un deciso cambio di rotta alla Ministra Cartabia, affinché si possa intervenire dedicando nuove risorse che garantiscano una riforma strutturale del settore che metta in conto, da un lato, spazi dedicati ai carcerati con particolari problemi psichici e, dall’altro, un ampio piano di assunzioni. A tutto questo si aggiunge che il personale è ancora in attesa del rinnovo del contratto, per cui sono state chieste risorse e la possibilità di aderire a fondi di previdenza complementare.