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I bambini sono tutti uguali. Vanno garantite a tutti le stesse opportunità

Appello alla Giunta e al Consiglio provinciale per cancellare il vincolo dei 10 anni per l’assegno di natalità. “Non si discrimini sulla pelle dei più piccoli”

I bambini sono tutti  uguali. Vanno garantite a tutti le stesse opportunità


I bambini sono tutti uguali e a tutti vanno garantite le stesse opportunità. Parte da questo principio l’appello petizione promosso da Cgil Cisl Uil e Acli trentine già sottoscritto da numerosi rappresentanti della società civile trentina. La richiesta è chiara: modificare le regole dell’assegno di natalità provinciale che oggi escludono tutti i bambini e le bambine nati in Trentino da genitori che non sono residenti in Italia da almeno dieci anni. Una scelta, per i promotori, ”che discrimina i piccoli ancora nella culla”.

 

Anche perché mentre in Trentino si fanno differenze nel resto d’Italia si è corso ai ripari e il 30 marzo scorso il Parlamento italiano, con tutte le forze politiche di maggioranza e opposizione, votando la legge delega sull’assegno universale per le famiglie ha condiviso la scelta di limitare il requisito della residenza in Italia a soli due anni per accedere alla misura. Anche Veneto e Friuli Venezia Giulia, regioni vicine alla maggioranza che governa Piazza Dante, non hanno imposto dei vincoli così discriminatori limitandosi al massimo alla richiesta dei due anni di residenza in regione. “Invece in Trentino, nella terra che si fregia di essere attenta alle famiglie e che ha fatto del marchio Family un suo punto di forza, si fanno differenze tra bambini appena nati – sottolineano i tre segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti con il vicepresidente delle Acli Walter Nicoletti -. Siamo sempre stati convinti che gli aiuti devono selezionare sulla base delle condizioni economiche delle famiglie, non della loro provenienza, soprattutto quando in ballo c’è il futuro dei più piccoli e con loro quello della nostra comunità”.

Alla base del loro appello c’è un intento propositivo. “Nessuna polemica, ma la volontà di ragionare insieme per continuare a far sì che il Trentino sia una terra di opportunità e accoglienza per tutti coloro che qui stanno costruendo le loro esistenze – proseguono -. Siamo consapevoli della fatica e delle difficoltà che il processo di integrazione richiede. Anche l’ultimo fatto di cronaca accaduto a Ranzo lo dimostra. Non è pensabile né accettabile, però, che la strada per rendere migliore e più forte la nostra comunità sia la discriminazione e l’esclusione. Noi crediamo esattamente il contrario e dopo questo appello siamo pronti ad impegnarci su altre questioni coerentemente alla visione di un Trentino aperto e inclusivo. E’ questa l’unica strada per rafforzare la coesione sociale della nostra comunità”.


Dunque la richiesta alla Giunta e al Consiglio provinciale “perché rimuovano questa ingiustizia e modifichino la norma trentina adeguandola ai criteri previsti a livello nazionale per l’assegno unico e universale. Discriminare è sempre sbagliato, farlo sulla pelle dei bambini è inaccettabile”.


L’appello-petizione (in allegato) si può sottoscrivere su change.org a questo link petizione

Trento, 8 giugno 2021

 

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