La benzina per rinnovare i contratti pubblici?
Ci penseranno le lavoratrici e i lavoratori dei comparti pubblici trentini a dare la sveglia a Fugatti
“La sentenza del 2015 della Corte Costituzionale che ha sbloccato i contratti pubblici dopo un blocco di otto anni richiama esplicitamente gli articoli 3 (pari dignità dei lavoratori pubblici e privati), 36 (diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del lavoro), 39 (diritti sindacali) e 97 (buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione). Questi principi evidentemente occorrerà ricordarli al Presidente Fugatti che continua a pensare che i dipendenti pubblici trentini non meritino il rinnovo del proprio contratto, unici nel panorama nazionale. E lo faremo a cominciare dal 18 giugno con una prima grande iniziativa unitaria in piazza Dante”. Così i Segretari Generali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl enti locali e Fenalt Luigi Diaspro, Beppe Pallanch, Marcella Tomasi e Maurizio Valentinotti che intervengono sulle dichiarazioni del Presidente Fugatti a margine dell’intervento del Ministro Brunetta, ospite del Festival dell’Economia.
Le parole del Presidente confermano dunque, oltre che un problema politico-sindacale, una questione di legittimità costituzionale per l’artificioso blocco dei contratti pubblici trentini. Parole gravi perché questa volta sono state pronunciate in una kermesse di livello internazionale, non presso il bar di Marani di Ala, e perché ancora una volta si tirano in ballo presunte insostenibilità economiche e soprattutto “la non opportunità” di rinnovare i contratti pubblici, continuando nella contrapposizione, in modo demagogico e populistico, tra lavoratori dei servizi pubblici ad altre realtà economiche che hanno subito peggiori conseguenze dalla pandemia.
Ma c’è una questione altrettanto grave che s’impone, ed è quella della “sostenibilità politica ed economica” delle svariate funzioni che la nostra Autonomia esercita in via diretta o delegata dallo stato, perché se non v’è sostenibilità economica per rinnovare i contratti pubblici trentini - come continua ad affermare il Presidente – occorrerà evidentemente rivalutare le condizioni di particolare autonomia di cui gode la Provincia autonoma di Trento in tema di ordinamento degli uffici provinciali e del personale ad essi addetto. Ma c’è anche il tema della disparità di trattamento dei pubblici dipendenti trentini rispetto ai colleghi nazionali e delle altre regioni e province a statuto speciale.
Se si uscisse dalla falsa propaganda politica potremmo ragionare sul PIL prodotto dalla Pa, sull’interesse e necessità della Pat ad acquisire i fondi europei contando proprio su competenze, professionalità e innovazione della P.A., sulla valorizzazione dei comparti della sanità, delle case di riposo, delle autonomie locali coi settori molto delicati legati alla emergenza e alla protezione civile, sul sistema che deve assicurare i servizi pubblici universali, sulla necessità di fare comunità al di là della professione esercitata. Una lezione che pensavamo avesse imparato durante la pandemia.
Per queste ragioni crediamo che la manifestazione di venerdì 18 giugno si renda ancora più necessaria: valuteremo con le lavoratrici ed i lavoratori le iniziative politico sindacali e giudiziarie per fare cambiare idea al Presidente Fugatti a partire dalla manovra di assestamento. Lo aspettiamo fuori dal gazebo il 18 giugno in piazza Dante.