Nidi d’infanzia: apertura improvvisa, non condivisa e disorganizzata
Sindacati confederali: unanime dissenso per la decisione
Non condividiamo la scelta del Comune di Trento di apertura dei servizi dei nidi d’Infanzia durante la storica chiusura della settimana di San Vigilo, né nel metodo né nel merito.
Sul metodo, il confronto con il Sindacato è apparso puramente formale, chiamati in buona sostanza all’ultimo momento a ratificare una decisione già presa.
Nel merito a nulla è valso sottolineare le ragioni che sin dal 2010 hanno determinato la scelta di chiusura della settimana di San Vigilio per i nidi del comune di Trento pensata anche per far coincidere le ferie di tutto il personale con la chiusura dei servizi evitando ferie frammentate e una discontinuità educativa e di progetto che si ripercuoterebbe sui bambini.
Il personale, attraverso le proprie organizzazioni sindacali, ha espresso la disponibilità a ragionare della modifica del calendario per il prossimo anno educativo, attraverso una riorganizzazione complessiva che tenga conto degli aspetti di progettualità educativa, ma ha chiesto di non intervenire sul corrente anno perché questo determinerebbe l’impossibilità di garantire a tutto il personale la riprogrammazione di questi cinque giorni di ferie a servizio aperto, sia nei servizi gestiti direttamente dall’ente pubblico, sia in quelli affidati alle cooperative sociali. Riprogrammare cinque giorni di ferie per ciascun dipendente comporta la necessità di garantire un numero rilevante di sostituzioni, che non sono possibili, sia perché la Giunta non ha parallelamente stanziato risorse aggiuntive per i nidi in appalto, sia perché manca personale educativo disponibile.
La conseguenza sarà quella di chiedere alle educatrici di garantire il servizio senza sostituzioni, con turni allungati (con straordinari non retribuiti e da recuperare) o di non usufruire dei giorni di ferie nei tempi contrattualmente previsti.
Senza considerare che le continue sostituzioni di personale, sia interno che esterno, si aggiungerebbero all’ordinaria gestione delle assenze dei dipendenti. Questo comporterebbe un continuo cambio di riferimenti per educatrice e bambini, un’aggiunta di carichi di lavoro per il resto del gruppo, che avrebbe l’ulteriore compito di fare passaggi e supportare queste nuove figure, portando inevitabilmente a un abbassamento della qualità educativa che i nostri servizi offrono a bambini e famiglie.
La decisione della Giunta Comunale, inserita in questo contesto, viene motivata esclusivamente con la necessità di garantire ai genitori lavoratori una settimana in più di apertura in questo periodo di pandemia, senza considerare che il nido d’infanzia è un servizio educativo che accoglie i bisogni e le aspettative delle famiglie e, proprio per questo, necessita di un'attenta progettazione e programmazione per mantenere quei livelli di qualità da tutti riconosciuti. Si sottolinea inoltre che si è atteso il mese di maggio per scegliere la modifica del calendario, nonostante le difficoltà e le previsioni pandemiche fossero note già all’apertura dell’anno educativo.
Peraltro, nella possibilità ancora attuale di contagi, potrebbero aggiungersi alle ferie da riprogrammare altre assenze (malattia, congedi parentali o altro) e conseguenti disagi per bambini e famiglie.
Per questi motivi la misura annunciata appare più propagandistica che di concreta soluzione dei problemi che si dice di voler affrontare: gli operatori dei servizi sono persone con famiglia e figli (anche piccoli e in età scolare), con gli stessi problemi di tutte le altre famiglie ma con competenze e conoscenze che dovrebbero essere prese in maggiore considerazione da chi ha responsabilità gestionali e politiche.
Quanto alle annunciate assunzioni di quattro educatrici aggiuntive che sono state rese note dopo le osservazioni sindacali, esse sono certamente positive ma non sufficienti per gli otto nidi gestiti direttamente dal Comune, e certamente ininfluenti per la maggioranza dei nidi esternalizzati alle cooperative sociali, che senza personale aggiuntivo e senza apposite risorse stanziate scaricheranno sul personale in servizio le conseguenze della scelta dell’Amministrazione.
Le difficoltà di quest’anno hanno coinvolto in maniera trasversale tutti gli attori di questo servizio (bambini, famiglie, personale educativo e non educativo, coordinatrici interne e pedagogiche): i contagi sia fra i bambini, sia fra il personale, la chiusura delle bolle, il servizi aperti solo a metà (ricordiamo che le educatrici in servizio avevano figli che non potevano accedere ai servizi), non ha favorito un clima disteso e sereno, ma ha altresì costretto a stravolgere e riorganizzare strutture, attività, progetti, reinventare attività chiedendo un aumento di impegno e professionalità.
Sono molte le famiglie che hanno dovuto far ricorso a permessi, ferie e congedi, ma ci pare che per risolvere alcuni problemi se ne creino altri e non solo ai dipendenti, ma agli stessi bambini e in ultima analisi alle famiglie stesse.
Tutto ciò considerato, valuteremo le opportune iniziative a tutela del personale.