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Emergenza sanitaria e scuola. Serve un confronto costante. No a decisioni dall’alto

Flc Cgil: oggi il punto su sicurezza e campagna vaccinale tra personale

Sicurezza e campagna vaccinale, anche alla luce dello stop alla somministrazione di Astrazeneca. Sono stati questi i temi affrontati oggi pomeriggio dalle organizzazioni sindacali con il dirigente del Dipartimento Prevenzione, dottor Antonio Ferro e quello del Dipartimento Istruzione, Ceccato. In premessa la segretaria di Flc Cgil, Cinzia Mazzacca, ha posto una questione di metodo, rimarcando con forza le difficoltà di confronto con l’Amministrazione provinciale in un anno scolastico particolarmente complesso a causa dell’emergenza sanitaria. “Oggi il Trentino è in zona rossa e questo pone non poche problematiche sul piano organizzativo per la gestione scolastica non in presenza. Al di là di questa fase attuale, però, è dall’inizio dell’anno che chiediamo di essere coinvolti per concordare insieme le scelte e soprattutto affrontare le criticità. Nella migliore delle ipotesi, però, veniamo solo informati a decisioni assunte. Per il bene della scuola è ora che si cambi metodo”, ha detto.

Dunque subito il tema della campagna vaccinale. Flc ha chiesto chiarezza e trasparenza sui vaccini, con una campagna informativa ormai non più rinviabile visto il caos e le forti preoccupazioni che sta creando la sospensione di Astrazeneca. “La Provincia invii indicazioni chiare alle scuole sulle tipologie di vaccino disponibili, sulle categorie di personale scolastico che va vaccinato con priorità e soprattutto sui canali a cui rivolgersi per vaccinarsi. Il doppio binario, Cup e medici di base, ha creato enorme confusione”, ha sottolineato Mazzacca che ha chiesto anche il punto su quanti docenti risultano ad oggi vaccinati. Il Dipartimento dal canto suo ha ammesso che ci sono state delle criticità, ha comunque chiarito che ad oggi la risposta alle vaccinazioni è stata buona e che le reazioni avverse sono state minime e sempre di disturbi non importanti, risolti tutti in un massimo di 48 ore. Si punta comunque ad accelerare la campagna per il ritorno in presenza in sicurezza. Tutto dipende però da che risposte si avranno su Astrazeneca e se sarà necessario puntare su altri vaccini.

Altro tema caldo quello della scuola in presenza per gli studenti con bisogni educativi speciali e, per nidi e materne, per i figli di lavoratori in ambito sanitario. I sindacati hanno mostrato disappunto per una scelta calata totalmente dall’alto, che non ha coinvolto gli insegnanti e sta ponendo non pochi problemi sul piano organizzativo. “Tutte le regole sulla continuità e stabilità dei gruppi viene meno. Come si concilia questa organizzazione con la sicurezza e soprattutto a chi compete la decisione organizzativa?”, ha incalzato Mazzacca.

Dunque la questione relativa ai dispositivi di sicurezza e ai protocolli che da settembre, pur a seguito di un cambiamento importante della situazione epidemiologica sono rimasti invariati. “Abbiamo chiesto le mascherine Ffp2 e una revisione dei protocolli. Le decisioni che sono state assunte, come la riduzione ad uno del numero di casi positivi per mettere in quarantena una classe sono sempre state comunicate dopo essere state decise. Senza alcun coinvolgimento. Questo è grave”. Da qui la richiesta ai dirigenti di Dipartimenti Istruzione e Salute e Prevenzione di strutturare un confronto costante e continuo. Su questo tema la Provincia ha aperto, impegnandosi a convocare il tavolo con cadenza settimanale per gestire gli aspetti organizzativi, mentre il dottor Ferro ha assunto l’impegno di aggiornare i sindacati ogni 2-3 settimane sul tema sanitario. Se sarà così lo dimostreranno i fatti.

 


Trento, 16 marzo 2021

 

 

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