Sci. Nessuna ripartenza se non si rafforzano subito le misure di prevenzione
Cgil Cisl Uil: per salvare la stagione invernale e il lavoro di 15mila addetti serve portare sotto controllo contagi e ricoveri
Per dare una speranza alla stagione invernale e ai 15mila lavoratori i cui redditi dipendono dalla riapertura di impianti e alberghi e dall’indotto del turismo sulla neve serve rafforzare da subito le misure di prevenzione. Ne sono convinti Cgil Cisl Uil che guardano con grande preoccupazione all’andamento dei contagi in provincia e soprattutto alla curva, ancora in crescita, dei ricoveri ospedalieri. “Rinunciare completamente alla stagione invernale avrebbe un impatto drammatico sulla nostra economia e sull’occupazione – ammettono i tre segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Per questa ragione riteniamo che si debba fare adesso ogni sforzo per limitare le occasioni di contagio. L’attuale situazione epidemiologica e soprattutto la pressione sulle strutture sanitarie ci fa intuire che la via d’uscita non è ancora vicina, dunque sarebbe un errore allentare oggi vincoli e restrizioni, determinando un nuovo aumento dei contagi subito dopo Natale”.
La situazione in cui si trova il Trentino non è tra le migliori: i contagi giornalieri sono ancora su livelli sostenuti; preoccupa la diffusione del virus tra le persone anziane e preoccupano i ricoveri in ospedale. La nostra situazione è peggiore, per quanto riguarda ricoveri e terapie intensive, di quella dell’Alto Adige dove sono state adottate restrizioni più rigide.
In questo quadro sarebbe un errore, però, restare fermi in attesa che la situazione migliori da sé. “Non basta promuovere la nostra offerta turistica dicendo che “il Trentino di aspetta”, dobbiamo sfruttare questo tempo per incidere in modo significativo sulla curva. E questo passo necessariamente dai comportamenti di ciascuno di noi. Allo stesso tempo servono scelte responsabili da parte delle istituzioni. Basta fughe in avanti e affermazioni fuori luogo che illudono operatori e lavoratori e rischiano di mettere in grave difficoltà la salute pubblica”, concludono i tre segretari provinciali.
Trento, 11 dicembre 2020