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Mercato del lavoro. Disoccupazione in crescita al 5,3%

Dati peggiori per le donne. Cgil Cisl Uil: subito misure per sostenere il lavoro stabile delle donne e incentivare la loro permanenza tra gli attivi

Mercato del lavoro. Disoccupazione in crescita al 5,3%

Cresce il tasso di disoccupazione in Trentino a settembre 2020. Lo certifica l’Istat nell’indagine trimestrale sulle Forze lavoro. La percentuale delle persone che hanno perso l’occupazione passa dal 4,4 per cento di settembre 2019 al 5,3 per cento di tre mesi fa. La crescita riguarda esclusivamente la componente femminile con una percentuale di senza lavoro tra le donne che in un anno cresce di due punti percentuali, dal 5,6% al 7,6%. In assoluto le disoccupate a settembre scorso erano 9mila, 3mila in più rispetto al 2019. Stabile, invece, il tasso di disoccupazione tra gli uomini che resta fermo al 3,4 per cento, pari a 5mila uomini in cerca di occupazione.

Dinamica simile anche sul fronte dell’occupazione. A settembre gli occupati in Trentino erano in totale 241mila, mille in meno rispetto ai dodici mesi precedenti. L’occupazione resta stabile tra gli uomini, 134.000, mentre cala tra le donne da 108mila a 107mila.

In generale il tasso di occupazione si attesta al 68,6 per cento, rispetto al 69,2 per cento dello stesso mese dell’anno precedente.

Il calo di occupazione nella componente femminile è legato anche alla prezzo che il comparto del turismo e del commercio sta pagando in termini di perdita di posti di lavoro a causa dell’emergenza sanitaria – spiegano i tre segretari provinciali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Una situazione che dimostra come siano le donne, in quanto soggetti più deboli sul mercato del lavoro, che subiscono le conseguenze della crisi economica”.

Un problema, quello dell’occupazione femminile, però, che va oltre le difficoltà economiche prodotte dal lockdown e dalla situazione sanitaria. “La minore partecipazione delle donne al mercato del lavoro è un problema già noto, che chiede soluzioni strutturali – proseguono i tre sindacalisti -. Bisogna investire nella creazione di occupazione stabile e di qualità anche per le donne, ma soprattutto bisogna fare in modo che le donne restino a lavoro e che non rinuncino all’occupazione per difficoltà legate alla conciliazione vita lavoro”.

Da qui la necessità secondo Cgil Cisl Uil di sostenere l’occupazione femminile anche con misure fiscali ad hoc, come l’aumento della deduzione del reddito prodotto dal lavoro femminile a fini Icef. “Una misura di questo tipo avrebbe il duplice pregio di rendere più conveniente lavorare che stare in casa e faciliterebbe l’accesso delle famiglie con due genitori che lavoro alle misure di sostegno e conciliazione previste nella nostra provincia. Senza dimenticare che un provvedimento di questo tipo avrebbe un costo contenuto per le casse pubbliche, ma una ricaduta importante in termini di aumento del Pil”.

La richiesta, dunque, è che già da questa finanziaria la Giunta modifichi i limiti di deduzione del reddito da lavoro femminile, alzando il limite massimo dagli attuali 4,5 mila euro annui a 15 mila euro annui, retribuzione media annua delle lavoratrici in Trentino.

 

 

 

 



Trento, 11 dicembre 2020

 

 

 

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