La sanità privata si ostina a non pagare
Contratto rinnovato l’8 ottobre, ma gli arretrati e l’una tantum non arrivano. Inadempienti sono: Villa Bianca, Solatrix, San Camillo, Villa Regina, Eremo e Atsm
I lavoratori della sanità privata continuano a sentirsi trattati come personale di serie B: a parità di lavoro, meno diritti, meno riposi, meno stipendio e, peggio ancora, meno rispetto. Queste persone hanno atteso per 14 anni il rinnovo del contratto nazionale: si è arrivati alla firma definitiva solo l’8 ottobre, dopo ampie mobilitazioni e presidi dei sindacati confederali, organizzati in tutta Italia e anche in Trentino. A Trento, lo sciopero Cgil Cisl e Uil dello scorso 16 settembre è risultato particolarmente riuscito. Ma ancora oggi, di quanto dovuto non è arrivato nulla: parliamo dell’una tantum riparatoria dopo 14 anni di mancato rinnovo e degli arretrati. A questo si aggiunge la beffa del bonus Covid provinciale, da cui questi infermieri, oss, tecnici e amministrativi pare siano esclusi. Lo scorso ottobre, è stato il sindacato confederale a firmare il contratto e, subito dopo, il 29 ottobre ha inviato una specifica richiesta agli enti interessati e all'assessorato, per chiedere il pagamento del dovuto, ovvero l’una tantum, gli arretrati, bonus Covid e l’apertura di tavoli contrattuali decentrati per adeguare le progressioni, riconoscere il “cambio divisa”, adeguamenti degli organici. Seguite poi da altre due lettere con gli stessi contenuti in data 3 novembre e l’ultima del 3 dicembre, nella quale viene ribadita la ferma contrarietà all’atteggiamento vessatorio nei confronti dei dipendenti e la richiesta del pagamento immediato di quanto dovuto.
Il personale seppur stanco e provato perché si sente preso in giro dalle aziende e dalla Provincia, è pronto alla mobilitazione sotto la sede della Provincia, ma anche presso le singole aziende inadempienti: Villa Bianca, Solatrix, San Camillo, Eremo, Villa Regina e Atsm.
Ora serve un segnale forte da parte delle aziende e cliniche private del territorio. Ma serve anche un segnale forte dalla politica e dagli enti pubblici perché, è doveroso ricordarlo, tanta parte dei bilanci di queste aziende si regge grazie alle convenzioni stipulate proprio con l’ente pubblico. Per questo è ancora più inaccettabile lo squilibrio nel trattamento ed è assolutamente intollerabile il mancato rispetto del contratto appena sottoscritto. Le aziende aprano i cordoni delle borse e la politica imponga alle stesse di onorare quanto promesso, visto che la loro operatività si regge in gran parte sull’impegno della spesa pubblica.
Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl Sanità dichiarano fin da subito lo stato di agitazione e se, entro 15 giorni, non saranno convocate dalle parti datoriali provvederanno a predisporre un presidio unitario nei giorni a seguire.