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Sciopero dei servizi pubblici

Il Trentino aderisce alla mobilitazione nazionale del 9 dicembre In mille connessi all’assemblea online

Sciopero dei servizi pubblici

Si è svolta stamattina l’assemblea unitaria Cgil, Cisl e Uil del pubblico impiego: connessi in streaming un migliaio di dipendenti delle Autonomie locali trentine (Provincia ed enti strumentali, comuni e comunità, apsp), della Regione e Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura. Al centro della discussione lo sciopero nazionale del 9 dicembre indetto a livello nazionale e a cui ha aderito anche il Trentino: per i settori convocati in assemblea con l’aggiunta di Sanità e Ricerca.

Mentre la politica nazionale e locale taglia risorse e privatizza i servizi, i lavoratori pubblici fanno funzionare le amministrazioni. Lo stesso fanno lavorando in smart working, spesso con computer e connessioni proprie, consentendo l’attività delle imprese, servizi al cittadino, il funzionamento di sanità, servizi educativi, assistenza e sicurezza.

Il settore pubblico chiede assunzioni: bloccate da anni mentre i pensionamenti svuotavano gli uffici e dove ormai si registra un’età media di 51 anni. C’è il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro: nei servizi pubblici essenziali, che devono obbligatoriamente essere garantiti, non possono continuare a mancare mascherine, camici o guanti. Occorre impedire che il personale subisca aggressioni, come avviene negli ospedali e negli uffici con offese e denigrazioni, talvolta portate avanti anche dai politici, come spesso avvenuto in Trentino. I carichi di lavoro devono essere sostenibili: “basta” ai turni di 12 ore. E poi c’è il tema dei rinnovi contrattuali scaduti da due anni. La pandemia ha dimostrato quanto il lavoro pubblico sia fondamentale per il Paese e per questo occorre valorizzare competenze e riconoscere professionalità. Rinnovare i contratti pubblici, garantire sicurezza e assumere più giovani e professionisti qualificati vuol dire ridare dignità a un settore di nuovo sotto attacco e migliorare i servizi e il Paese.

A livello locale i sindacati hanno ricordato che, malgrado il Governo abbia garantito le risorse per il mancato gettito del Trentino per il 2020 e il 2021, per il Presidente Fugatti permangono questioni finanziarie e di “opportunità” che non consentono di rinnovare i contratti neppure con questa manovra di bilancio, e quindi zero risorse mentre a livello nazionale, seppure insufficienti, risorse ne sono state stanziate. È una scelta politica ben precisa che penalizza l’intero settore pubblico trentino, a dispetto della qualità dei suoi servizi e dell’immane sforzo che i dipendenti pubblici e privati stanno facendo anche per fronteggiare la pandemia: a partire da sanità e case di riposo, ma anche nelle strutture tecnico amministrative.

In assemblea molti sono stati gli interventi in diretta per testimoniare lo sconcerto di questa situazione unica nel Paese, lo sdegno per una contrapposizione creata ad arte tra pubblici e privati, la richiesta di proseguire nella mobilitazione per restituire orgoglio e senso di appartenenza a un popolo di lavoratori che la narrazione pubblica indica come privilegiati. L’unico privilegio è servire i cittadini e il Paese. Massimo sostegno alle categorie in maggiori difficoltà ma fermo il diritto al contratto scaduto da due anni, ad una pubblica amministrazione tecnologicamente avanzata, al valore del lavoro pubblico.

La manifestazione del 9 si terrà in piazza Dante nel rispetto delle norme vigenti, l’invito è a scioperare anche per i tanti che non potranno, perché al lavoro per garantire cura e assistenza. Uno sciopero non per bloccare il Trentino ma per esprimere dissenso su scelte politiche che vanificano la responsabilità mostrata dai lavoratori con la sottoscrizione del protocollo del 13 gennaio 2020, che la giunta Fugatti continua a non rispettare senza offrire alcuna prospettiva.

 

 

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