Bisogna incentivare il lavoro femminile soprattutto nella crisi
I sindacati confermano che sono le donne, insieme ai giovani, a pagare il prezzo più alto della recessione economica in atto. “Proponiamo di innalzare la deduzione del reddito da lavoro femminile ai fini Icef”
Sono le donne, insieme ai giovani, quelle che rischiano di pagare il prezzo più alto di questa situazione di crisi economica. Per questo i sindacati trentini chiedono un intervento forte da parte della Provincia. “Se si vuole davvero sostenere le famiglie e la natalità - spiegano i segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino - bisogna investire sul lavoro delle donne. La componente femminile dei nuclei familiari trentini ha spesso lavori precari e sempre di più il lavoro a part time non è una scelta. Anche per questo bisogna che anche la Provincia faccia la propria parte per incentivare l’occupazione femminile. Lo Stato ha reso strutturale il taglio del cuneo fiscale, a livello provinciale bisogna agire sull’Icef”.
Sono i dati più recenti a spingere i sindacati a chiedere un intervento urgente all’assessore Segnana e alla Giunta Fugatti. Basti pensare che nei primi nove mesi di quest’anno, Agenzia del Lavoro certifica che le assunzioni delle donne sono calate di ben 7.400 unità, con una riduzione del 11,9%, due punti percentuali in più della componente maschile del mercato del lavoro. Sempre secondo Agenzia del Lavoro, le donne già da diversi anni accedono sempre di più a posti di lavoro a tempo determinato e parziale con una crescita di quelli di tipo involontario. Dal 2016 al 2018 le donne con contratti a termine sono passate dal 18,7% delle occupate al 24,5%, mentre i part time involontari sono saliti dal 15,8 al 17,8%. Se poi si osserva che nel 2019 nella fascia di età tra i 25 e i 34 anni il tasso di occupazione delle donne si attesta al 68,7% ben 5 punti in meno dell'Alto Adige, si capisce che per l’occupazione femminile bisogna fare molto di più.
“Come ribadito anche in avvio del Festival della Famiglia la priorità deve essere quella di migliorare i livelli e la qualità dell’occupazione femminile - ribadiscono Grosselli, Bezzi e Alotti -. Per questo abbiamo avanzato già lo scorso anno la proposta di aumentare la deduzione dei redditi da lavoro femminile a fini Icef, dagli attuali 4.500 fino a 15.000 euro l’anno che rappresenta la retribuzione media lorda reale delle donne in Trentino certificata dall’Inps. Considerato il costo relativo della misura, che può fare da moltiplicatore anche per la crescita economica, ci auguriamo che almeno questa volta la Giunta ci ascolti. In questo modo, le donne che lavorano potrebbero beneficiare di maggiori sconti tariffari e di un assegno provinciale per i figli più ricco di quello ricevuto fino ad oggi. Anche questo è un modo per favorire la natalità”.
Accanto ai sostegni economici è indispensabile anche il rafforzamento dei servizi di conciliazione. Servono – per i sindacanti – più posti negli asili nido e maggiore flessibilità nella fruizione di questi servizi. Serve anche, però, introdurre innovazione organizzativa sui posti di lavoro perché diventi più semplice conciliare la vita lavorativa con quella familiare, senza passare necessariamente dalle riduzioni orarie che riducono il reddito di oggi e quello di domani.
Intanto il Governo sta predisponendo una grande riforma del sistema di sostegni alla famiglia, grazie al Family Act ed entro luglio ci dovrebbe essere il varo del nuovo assegno unico universale statale che sostituirà detrazioni, bonus e l’assegno familiare Inps. “Anche questa novità rappresenta una sfida per la nostra Provincia e le nostra Regione che da anni hanno strutturato politiche di sostegno alle famiglie più ricche di quelle nazionali. Ora bisogna fare in modo che i benefici provinciali siano riconosciuti come integrativi di quelli statali. In estate come sindacati e Acli del Trentino e dell’Alto Adige abbiamo sollecitato le assessore provinciali Deeg e Segnana ad aprire un confronto. A livello locale però non sappiamo ancora come si stia muovendo la nostra giunta”, concludono Grosselli, Bezzi e Alotti.
Trento, 1 dicembre 2020