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Non autosufficienza. Servono strumenti pubblici accessibili a tutti

I sindacati dei pensionati bocciano l’idea di un’assicurazione privata. “E’ la strada sbagliata per dare risposta ad un problema che è destinato ad aumentare”

Per affrontare il tema della non autosufficienza la Giunta provinciale pensa ad un incentivo per la sottoscrizione ad un’assicurazione privata. La proposta è tra quelle inserite nell’ultima legge di stabilità approvata dall’Esecutivo ed è stata illustrata ieri dall’assessora Segnana in Prima Commissione.
“Condividiamo la necessità di prevedere una copertura assistenziale per i soggetti che si trovano in una condizione di non autosufficienza – ammettono i tre segretari generali dei sindacati dei pensionati, Ruggero Purin Spi Cgil, Tamara Lambiase Fnp Cisl e Claudio Luchini, Uilpensionati -. Crediamo però che quella individuata dalla Giunta sia la strada sbagliata per dare una risposta che molte famiglie attendono con grande urgenza”.
A non convincere i pensionati è la scelta di privilegiare uno strumento privato. “Quello della non autosufficienza è un problema grave che pesa sulla vita di moltissimi anziani e famiglie in Trentino. Non è privatizzando l’assistenza che si costruiscono soluzioni reali perché alla fine si rischia solo di garantire laute entrare ai grandi gruppi assicurativi internazionali aumentando i costi del sistema pubblico senza una reale risposta equa e solidale ai bisogni delle persone anziane. E’ inconcepibile che la Provincia si muova in questa direzione visto che a livello regionale si sta discutendo di nuovi modelli per l’assistenza ai non autosufficienti grazie all’impegno di Pensplan”.
Al contrario secondo Spi, Fnp e Uilpensionati, andrebbero investite risorse adeguate, ed oggi insufficienti, per potenziare il coordinamento tra il sistema pubblico dei servizi socio-sanitari e gli strumenti del welfare contrattuale come Laborfonds e Sanifonds che hanno natura collettiva e coprono già migliaia di persone in Trentino. “Continuiamo a pensare che su temi così delicati che impattano in maniera forte sulla vita delle famiglie il pubblico non può arretrare a vantaggio del privato. La salute è un bene universale e garantito dalla Costituzione che va tutelato in misura uguale per tutti i cittadini e le cittadine. E questo è fattibile solo con strumenti pubblici e collettivi. Le cronache sanitarie nel nostro paese, anche quelle più recenti legate alla pandemia in corso, ci dimostrano in modo chiaro il valore dell’assistenza sanitaria pubblica e accessibile a tutti”, concludono Purin, Lambiase e Luchini.

 

 

 

 

Trento, 17 novembre 2020

 

 

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