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Emergenza sanitaria, il tracciamento è ancora la strategia più efficace di contrasto al Covid 19

Cgil Cisl Uil: rinunciare a cercare gli asintomatici sarebbe un grave errore. Serve una gestione più immediata dei protocolli sulle quarantene

Delle due una: o il tracciamento degli asintomatici è ancora una strategia chiave nel contrasto al Covid 19 e dunque servono più tamponi, oppure il tracciamento degli asintomatici non serve e dunque non si capisce che senso abbia investire per innalzare il numero di test diagnostici anche attraverso la collaborazione del Cibio. Quel che sembra chiaro è che in Provincia si naviga a vista e questo è un grave problema”. Così commentano i segretari provinciali di Cgil Cisl Uil le parole del capo del Dipartimento Salute, Giancarlo Ruscitti. “Per quanto ci riguarda insistiamo nella convinzione che il tracciamento degli asintomatici e dei presintomatici è ancora l’arma più efficace per contrastare la diffusione del contagio – dicono Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Diverso è ammettere che oggi il sistema di tracciamento è andato in grande affanno. Questa, però, non è una buona ragione per archiviarlo. Al contrario va potenziato, partendo da un rafforzamento del personale che opera alla centrale Covid e aumentando ancora il numero di tamponi”.
Secondo Cgil Cisl Uil per far funzionare bene la centrale Covid non serve solo più personale, ma servono risorse umane formate adeguatamente come ha sottolineato lo stesso Ruscitti. Per questa ragione i sindacati rilanciano la proposta dell’Ordine dei medici di reclutare medici e infermieri in pensione, ma in possesso di un prezioso bagaglio di competenze.
Su un’altra questione i sindacati continuano ad insistere: è urgente accorciare i tempi dei tracciamenti dei contagi, se non si vuole che la situazione vada fuori controllo. “E’ urgente una gestione più immediata dei protocolli relativi alle quarantene. Oggi ci sono troppi tempi morti e c’è il rischio altissimo che persone infette in attesa di un tampone positivo continuino a diffondere l’infezione”, sostengono Grosselli, Bezzi e Alotti. Per Cgil Cisl Uil va poi valutata approfonditamente l’ipotesi di coinvolgerenella certificazione dell’obbligo di quarantena e di test direttamente medici di base e pediatri. “Una procedura di questo tipo potrebbe ridurre i tempi, sempre che il sistema della medicina generale possa realmente reggere l’urto di un aumento costante delle richieste. Ci auguriamo che si attivino subito le necessarie verifiche per giungere ad una migliore assetto del sistema di test, tracciamento e trattamento domiciliare e ospedaliero”, concludono i tre segretari provinciali.

Trento, 6 novembre 2020

 

 

 

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