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Sanità: emergenza oltre le corsie, contagiati anche 56 amministrativi

Riunione farsa coi sindacati: mancano troppe risposte

Sanità: emergenza oltre le corsie, contagiati anche 56 amministrativi

«Dopo essere stati noi a fornire i primi numeri del contagio in sanità, ora l’Apss ci dà un quadro ancor più allarmante e l’emergenza non è solo nelle corsie: perché oltre ai 160 operatori sanitari sono già risultati positivi 56 dipendenti amministrativi. La “macchina” rischia di incepparsi su più livelli».

Il segretario generale della Fp Cgil e i referenti del settore, Gianna Colle e Marco Cont, commentano con grande insoddisfazione l’incontro col Dirigente generale e sanitario della Sanità trentina Benetollo. «Ci sono volute molte sollecitazioni per avere i numeri. Poi riecco l’assoluta vaghezza sulle misure per far fronte all’assenza dei lavoratori in quarantena. Il dato di contagio del personale è addirittura superiore a quello della popolazione, ovvero il 2% dei sanitari e il 3% dei non sanitari».

Ovviamente, i contagi incidono ulteriormente sui carichi di lavoro e, anche qui: «Nessuna risposta su come si intende procedere per reperire nuovo personale anche di supporto, per liberare le professioni necessarie e immetterle nei circuiti coi maggiori bisogni». Fp Cgil suggerisce poi di puntare con decisione sullo smart working soprattutto per i tecnici e gli amministrativi: «Non ha alcun senso negare tale possibilità».

Sui tamponi è stato confermato che, per il personale sanitario, si effettua esclusivamente il test molecolare ma: «Quanto ai laboratori e ai tecnici necessari per implementare la lettura dei test stessi nessuna risposta: chi processerà velocemente quei test, necessari sia al personale sia alla popolazione?

Sui dispostivi di protezione ci viene detto che ci sono riserve per almeno due mesi: e poi? Nessuna certezza nemmeno sul salto di qualità per l’uso generalizzato delle mascherine FFP2 (come minimo) pur previsto nei protocolli di questa primavera. Abbiamo chiesto notizie anche sulla centrale Covid, sulla situazione nelle Unità speciali di continuità assistenziale, sulla distinzione dei dati del contagio in relazione alle singole professioni. Nessuna risposta dall’Apss che, terminata la relazione e risposto in modo sommario ad alcune domande, ha concluso la riunione. Occorre invece un tavolo permanente di confronto: non si possono fare riunioni farsa lasciando più preoccupazioni di quelle che già gravano sui lavoratori».

 

 

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