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Spiraglio per lo smart working in tribunale

«Il Covid ha già raggiunto l’Ufficio notificazioni esecuzioni e protesti, la Procura di Trento e la Procura dei Minorenni. E sulle misure di protezione manca il coordinamento tra uffici»

Spiraglio per lo smart working in tribunale

Al Tribunale di Trento si apre, finalmente, uno spiraglio per lo smart working. Nei giorni scorsi Fp Cgil aveva sollecitato con forza la questione delle carte ministeriali “Cmg Modello At elettronico”: - necessarie per l’accesso allo smart working stesso (la prima richiesta è addirittura del 15 aprile) e per conoscere le procedure di prevenzione adottate. Un incontro è avvenuto stamane al Tribunale di Trento, mentre la Ripartizione del Personale della Regione ha inviato una nota di aggiornamento sulle carte Cmg. Gli altri uffici giudiziari continuano invece a tacere. Tutto questo, mentre il Covid ha raggiunto l’Ufficio notificazioni esecuzioni e protesti, la Procura di Trento e la Procura dei Minorenni.

«Diamo atto – spiega il segretario della Fp Cgil Luigi Diaspro - che in Tribunale è stata tracciata la mappatura delle attività delocalizzabili ed è stato invitato il personale ad avanzare richieste di lavoro agile. Noi abbiamo sottolineato l’assoluta urgenza di procedere, salvaguardando prioritariamente i lavoratori fragili e quelli con figli minori di 14 anni. Abbiamo invitato l’amministrazione a tener conto, oltre che delle attività individuate, anche di quelle che il singolo dipendente riesce ad assicurare da remoto. Infine, abbiamo convenuto per la redazione di un accordo sindacale in cui confluiscano criteri e modalità per la gestione del lavoro agile in questa fase».

Fp Cgil è l’unico sindacato a impegnarsi su questo settore. «Occorre rapidamente replicare, qui, i contenuti dell’Accordo nazionale del 14 ottobre che prevede, fino al 31 dicembre, la riorganizzazione degli uffici giudiziari con l’applicazione del lavoro agile, il co-working, la ricognizione delle attività delocalizzabili, contingenti di personale in lavoro agile, priorità nella formazione delle graduatorie dei richiedenti, programmi di lavoro, monitoraggio delle attività.

Le strutture devono inoltre convocarci per informazioni sulle misure che si stanno adottando nei vari uffici: dispositivi di protezione, sanificazioni, attrezzature per i dipendenti che lavorano da casa, protocolli di sicurezza, numero di dipendenti per stanza, accessi esterni regolamentati, udienze con orari scaglionati. Vanno infine chiariti i numeri dei dipendenti contagiati. Vogliamo comprendere se c’è un coordinamento tra uffici oppure se, a quanto sembra, ciascun provvede per conto proprio.

La delega di funzioni non può determinare mancanza di interlocuzione e addirittura l’esclusione dei sindacati dai processi decisionali che riguardano le misure di prevenzione e sicurezza, di cui lo smart working rappresenta uno strumento fondamentale. Ribadiamo la richiesta di rendere chiare, trasparenti e condivise col sindacato le misure per garantire sicurezza alle persone che lavorano e che transitano negli uffici per affrontare questa emergenza che sta mettendo a dura prova personale ridotto all’osso e ormai allo stremo».

 

 

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