Bilancio. La Giunta prepara una manovra recessiva in piena crisi
Bocciatura di Cgil Cisl Uil: non c’è un euro per lavoro e welfare. E i 100 milioni di debito per sostenere la ripresa non esistono
“In piena crisi economica la Giunta provinciale si prepara a varare una manovra recessiva. Invece di prevedere investimenti per far ripartire economia e lavoro, l’Esecutivo programma tagli alla spesa. Evidentemente in Piazza Dante non hanno compreso la gravità della situazione in cui si trova il Trentino”. Non nascondono sconcerto e amarezza i segretari generali di Cgil Cisl Uil al termine dell’incontro in video conferenza con il presidente Fugatti e gli assessori Spinelli e Bisesti sulla prossima legge di stabilità e il bilancio 2021-2023. “Di fronte alla crisi più grave dall’ultimo dopo guerra la Provincia non mette in campo nessuno strumento valido per far ripartire la nostra economia – accusano Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. La manovra non prevede nessuna politica di investimenti. E anche i 100 milioni di euro di debito promessi per il prossimo anno si rivelano nient’altro che una bufala. Quelle risorse ad oggi non ci sono. Segue che, secondo il ragionamento di Piazza Dante, non ci sono soldi da spendere per sostenere il lavoro, per dare risposte alle famiglie fiaccate dalla crisi né a disoccupati e cassintegrati. Gli unici euro che si potranno destinare a queste voci derivano da eventuali avanzi degli anni precedenti. Niente di più che briciole dunque”.
Di fatto la manovra presentata stamane ai sindacati ritocca leggermente l’Irap per le imprese, lascia invariata Imis e non amplia l’esenzione dell’addizionale regionale Irpef. “Insomma più tagli per tutti”.
Unico segno più i 100 milioni di investimenti in sanità. “Anche su questo capitolo però vogliamo vederci chiaro. Non si capisce se sono risorse anticipate su fondi statali e in ogni caso, non è chiaro se si tratta di investimenti strutturali o una una tantum legata all’emergenza”.
Di fatto l’impianto della manovra è costruito su una serie di interventi spot, legati alla risposta immediata all’emergenza. “La Giunta sostiene che in questa fase non si può programmare. E’ paradossale: proprio questo è il tempo per definire investimenti e riforme che guardano oltre l’emergenza per permettere al Trentino di rialzarsi dopo questo tsunami. Invece nulla; e come se in Piazza Dante non si rendessero della situazione”.
I sindacati criticano non solo il merito ma anche il metodo. “Come sempre l’Esecutivo vuole fare tutto da solo, sbagliando. Abbiamo più volte espresso la nostra disponibilità a collaborare per definire un’insieme di priorità per la ripresa, ma siamo sempre stati ignorati. E lo stesso metodo viene adottato con enti di ricerca e università: abbiamo un patrimonio di competenze e professionalità che potrebbero essere preziosissime, ma l’Esecutivo preferisce ignorarle per tenersi le mani libere. Purtroppo però in ballo c’è il futuro della nostra comunità e difficilmente ci rialzeremo senza il contributo di tutti”.
Trento, 5 novembre 2020