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300 infermieri dicono “no” al Trentino

Figure sanitarie sempre più ricercate. Serve proporre contratti più appetibili

300 infermieri dicono “no” al Trentino

C’è carenza di personale e l’Azienda sanitaria non riesce a integrarlo. La riunione di oggi, che ha coinvolto la Fp Cgil, evidenzia un dato allarmante: l’Apss dichiara di aver messo in campo tutti gli sforzi per reclutare infermieri, oss, assistenti sanitari e medici. Ma dice anche che, degli oltre 500 infermieri in graduatoria, circa 300 hanno disertato l’assunzione; sono “entrate” 4 assistenti sanitarie ma ne sono “uscite” 8; sono stati assunti 15 oss per il “drive trough” e 4 assistenti amministrativi tramite la società Randstad. Tutte azioni per dare risposte immediate alle carenze, ma insufficienti in quanto, ad oggi, negli ospedali e sul territorio c’è una necessità maggiore della disponibilità.

Il segretario generale Fp Cgil Luigi Diaspro e la referente del settore Gianna Colle spiegano: «Dati allarmanti. Da molto tempo Fp Cgil chiede costantemente ad Apss, assessorato e presidente provinciale di indicare il fabbisogno triennale del personale, affinché sia stabilito e messo in atto un piano di assunzioni stabile: che risponda alle esigenze di base e a quelle carenze quotidiane che vengono tamponate con rientri dei colleghi. Parliamo, su base annua, di circa 300 assenze per maternità, ferie e aspettative. Ma ancora più importante: chi rifiuta l’assunzione in Trentino è frenato dalla proposta di un posto a tempo determinato? Quasi tutte le amministrazioni sanitarie regionali organizzano o hanno organizzato concorsi e i professionisti hanno dunque ampia possibilità di scelta. Se il Trentino vuole attrarli deve offrire condizioni più appetibili. «Il personale sanitario è stremato dalla prima ondata della pandemia e si prepara a una seconda ondata che è già realtà».

Rispetto all’infermiere di famiglia, l’Azienda ha comunicato che si tratta di una funzione aggiuntiva e che verrà dato seguito solo nelle realtà che non sono in difficoltà di personale. Si è rapidamente parlato anche dell’ampliamento delle fasce del drive through, delle postazioni del pre-triage in cui si sta valutando di utilizzare diversamente gli infermieri lì dedicati spostandoli magari nei reparti, delle assunzioni per far fronte alle difficoltà organizzative dell’Alto Garda.

«In ogni caso – spiega Fp Cgil - manca un tavolo di confronto per discutere di recrudescenza dell’epidemia, prospettive di assunzione, risorse arrivate e in arrivo da Governo ed Europa, investimenti sul territorio. Contiamo sul confronto a breve, anche col Dipartimento di prevenzione, che abbiamo chiesto e ottenuto anche per comprendere le attività di screening tramite tamponi molecolari e rapidi e l’impatto sui tecnici di laboratorio, per quanto riguarda sia l’aspetto organizzativo sia quello tecnico».

 

 

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