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Investimenti pubblici. Cgil Cisl Uil: “Non bastano gli annunci, serve un progetto per il Trentino”

Per i sindacati è l’ennesima lista di opere senza una strategia. Mancano misure per rafforzare davvero i servizi sanitari e assistenziali. Ok al debito ma per creare valore duraturo

 

E’ durato meno di una settimana l’impegno del presidente Fugatti ad aprire un confronto con le parti sociali e le imprese sugli investimenti per rilanciare il Trentino. Oggi, infatti, la Giunta provinciale ha approvato i provvedimenti da mettere in atto da qui al prossimo triennio con un investimento complessivo di 300 milioni di euro, che verranno recuperati attraverso il ricorso al debito pubblico provinciale.
“Ci rendiamo conto che la campagna elettorale è agli sgoccioli e annunciare un corposo elenco di opere pubbliche a 24 ore dall’apertura delle urne può essere invitante, ma in questa operazione si perde di vista l’obiettivo: la lista di lavori pubblici è costruita senza indicare nessuna priorità, senza un progetto di crescita per il Trentino a dimostrazione che manca una strategia complessiva di rilancio”, fanno notare i tre segretari provinciali di Cgil Cisl Uil del Trentino.
Colpisce tra l’altro lo stanziamento, 80 milioni di euro, sul fronte sanità. “Non si tratta di investimenti per rafforzare l’organizzazione sanitaria sul nostro territorio, ma di lavori di adeguamento e ristrutturazione di Rsa e ospedali – incalzano Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Tutto bene se non fosse che per affrontare l’emergenza sanitaria nell’immediato e per risolvere le grandi questioni legate all’invecchiamento della popolazione c’è bisogno di ben altro, cioè rafforzare i servizi sanitari, sociali e assistenziali territoriali per i cittadini. Manca, invece, il ben che minimo progetto per spingere sul campo dell’innovazione socio-sanitaria, mancano gli investimenti per la telemedicina, la teleassistenza e la domotica, manca un compiuto rafforzamento della medicina territoriale, non solo dal punto di vista organizzativo, ma anche da quello specificatamente infrastrutturale. Non basta ristrutturare alcune case di riposo e qualche struttura sanitaria, non basta neppure il varo della facoltà di medicina se poi non c’è un’idea compiuta dell’assetto e delle funzioni strategiche per il servizio sanitario provinciale”.
E anche sulle nuove assunzioni annunciate dall’assessora Segnana i sindacati sono preoccupati soprattutto per i tempi. “E’ fondamentale rafforzare gli organici, ma non si capisce perché, se questa era ed è la vera priorità, la giunta abbia atteso i soldi nazionali per muoversi in questa direzione. Le assunzioni andavano fatte già a giugno, anticipando la spesa con risorse provinciali. Con la carenza di professionisti sanitari, arrivare alle porte dell’autunno con i livelli del contagio in aumento senza una pianta organica adeguata è senza senso. Inutile poi dire che già oggi non riusciamo più a tracciare tutti i contagi”.
Sulle politiche di investimento della Provincia, Cgil Cisl Uil quindi incalzano la Giunta: “Vanno messe in cantiere opere che creino davvero valore aggiunto per il Trentino almeno sul medio periodo, con particolare attenzione alle questioni relative alla manutenzione del territorio, alla gestione del rischio idrogeologico e degli effetti dei cambiamenti climatici, alla riqualificazione energetica degli edifici pubblici in primis istituti scolastici ed edilizia abitativa. Nessuno dice che non servano anche grandi opere, ma qui c’è un elenco di progetti e interventi anche di dubbio impatto in termini di spinta alla ripresa. Quando si ricorre al debito si deve avere la certezza che si stiano finanziando interventi che non solo ripagano l’indebitamento, ma creano valore aggiunto in modo strutturale”, concludono Grosselli, Bezzi e Alotti.

Trento, 18 settembre 2020

 

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