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Mercato del lavoro. A giugno occupazione ancora in calo

Cresce la sfiducia: nel secondo trimestre dell’anno 7mila trentini dichiarano di non avere un lavoro e di non cercarlo neppure.

Mercato del lavoro. A giugno occupazione ancora in calo

 

Continua il calo dell’occupazione in Trentino. A giugno la percentuale di persone con un impiego si è ridotta al 66.3 per cento quasi due punti percentuali in meno rispetto allo stesso periodo del 2019; gli occupati si attestano dunque a 233mila unità, 6.300 in meno rispetto all’anno scorso. Lo certifica l’Istat nell’indagine trimestrale sul Mercato del Lavoro diffusa oggi. Dall’analisi emerge anche una tenuta del tasso di disoccupazione che si attesta al 5,3 per cento (4,5 per gli uomini e 6,3 per le donne), in lieve calo rispetto a dodici mesi precedenti. Le persone senza occupazione in provincia sono 13mila.

Un dato non sufficiente, però, per stare tranquilli: il mercato del lavoro trentino è in affanno come dimostra la crescita del numero di persone che non hanno un’occupazione né la cercano. In dodici mesi gli inattivi sono aumentati di 7mila unità, da 95.000 a 102.000. Parallelamente si è ridotto il tasso di attività dal 72.2 al 70,1 per cento. Un calo che conferma il trend registrato già nel primo trimestre di quest’anno, alla vigilia del lockdown.

In sostanza anche quando le attività produttive hanno ricominciato ad operare lo hanno fatto a rilento, non si sono create nuove opportunità di lavoro. Una dinamica che ha trovato conferma anche nei recenti dati di Agenzia del Lavoro sulle nuove assunzioni che in sei mesi si sono ridotte del 28% in Trentino.

“C’è forte preoccupazione per l’andamento dell’occupazione in Trentino, quelli che emergono dall’indagine Istat sono segnali allarmanti – ammettono i tre segretari provinciali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Il timore è che siamo all’inizio di una fase di forte incertezza, che potrebbe mostrare i suoi effetti pesanti in termini di perdita di posti di lavoro in autunno”.

Per questa ragione Cgil Cisl Uil chiedono di rafforzare gli investimenti nelle politiche attive del lavoro, insieme agli investimenti pubblici e agli strumenti di politica industriale per sostenere la creazione di nuovi posti di lavoro. “I dati Istat sul calo di attivi e sull’aumento degli inattivi dimostrano l’assoluta necessità di mettere in atto tutte le misure per intercettare le persone senza un’occupazione e costruire percorsi formativi e di riqualificazione dei disoccupati per facilitare il loro reinserimento nel mercato del lavoro. Solo così si renderanno più efficaci gli interventi a sostegno delle imprese attraverso l’auspicato potenziamento delle politiche industriali attraverso Trentino Sviluppo e Apiae e degli investimenti pubblici”.

Per farlo è indispensabile strutturare anche con maggiori risorse umane i centri per l’impiego e rivederne l’organizzazione. “L’obiettivo primario deve essere 

 

 

 

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