Trasporto pubblico. La gratuità non deve essere a spese dei trentini
Cgil Cisl Uil: la Provincia chieda allo Stato le risorse necessarie per abbonamenti gratis per gli studenti e voucher per i lavoratori. Così si sottraggono fondi ad altri settori, come sanità e scuola
Suscita perplessità nei sindacati la scelta di fare pagare ai contribuenti trentini gli abbonamenti gratuiti per tutti gli studenti che usano il servizio pubblico e voucher ai lavoratori pendolari per l’acquisto di nuovi abbonamenti. “Quello dell'azzeramento dell'abbonamento è una misura che la giunta adotta per adeguarsi ad un obbligo statale, previsto dal Decreto Rilancio, e per rifondere così i cittadini che a causa del lockdown non hanno potuto usufruirne interamente nei mesi scorsi – spiegano i tre segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Al di là delle buone intenzioni del governo nazionale sarebbe stato opportuno, però, che Roma finanziasse questa misura con risorse adeguate. Così non è. I 2,3 milioni di euro garantiti alla Provincia dallo Stato sono insufficienti per coprire i rimborsi ai cittadini e le perdite delle società di trasporto locali. Quindi di fatto gli abbonamenti gratuiti , invece di essere pagati da Roma come sarebbe giusto, vengono coperti con i soldi delle tasse dei trentini ed in particolare dei lavoratori dipendenti, anche quelli che non usano il mezzo pubblico”.
Più senso avrebbe avuto, per i sindacati, se l’Esecutivo invece che accettare acriticamente l’obbligo statale avesse sollecitato il Governo nazionale a stanziare maggiori risorse nel Fondo mancati ricavi. “Di fatto in questo modo si sottraggono dal bilancio provinciale risorse che in questo momento sarebbero state molto più utili se investite in sanità, nella scuola o per sostenere le famiglie in difficoltà”.
C’è infine una questione di principio: garantire abbonamenti gratuiti non responsabilizza i cittadini e non è equo. Più senso avrebbe avuto far pagare una tariffa minima, anche simbolica. Inoltre in questo modo si offre un servizio gratuito, ma a spese delle casse pubbliche, anche per quei cittadini che economicamente non ne hanno alcun bisogno.
“Oggi però non è questo il tema vista la situazione accezionale che stiamo vivendo. Non abbiamo nulla in contrario rispetto alla gratuità temporanea in considerazione dell'emergenza Covid-19. Ma se azzeramento o rimborsi sono stati decisi dallo Stato, a pagare deve essere i primo luogo Roma.”
6 agosto 2020