Assegno unico. Nessuno sforzo reale per sostenere le famiglie a rischio povertà
Cgil Cisl Uil bocciano le modifiche della Giunta provinciale. “Hanno solo spostato risorse, ma non hanno investito un euro in più per chi è in difficoltà a causa della crisi sanitaria ed economica”
“Con l’adeguamento dell’assegno unico, quota A, deliberato oggi in quarta Commissione la giunta provinciale compie una mera operazione di maquillage, senza incidere significativamente sullo strumento a vantaggio delle tante famiglie che a causa della crisi economica rischiano di scivolare in povertà”. Cgil Cisl Uil bocciano le novità sull’attualizzazione introdotte dall’Esecutivo Fugatti perché le piccole modifiche, di fatto, non centrano il principale obiettivo che deve essere quello di ampliare la platea evitando che i nuclei oggi in crisi scivolino in una situazione di povertà conclamata. “Abbiamo chiesto interventi straordinari, ma temporanei per andare incontro ai maggiori bisogni – incalzano i tre segretari generali Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Le nostre proposte non sono state prese in considerazione. Il risultato sono modifiche minimali che rischiano di aumentare l’iniquità perché ci saranno famiglie e lavoratori in difficoltà che riceveranno una maggiorazione dell’assegno, e altre famiglie nella medesima condizione economica che rimarranno tagliate fuori da tutto”.
Molto grave, secondo i sindacati, è anche il fatto che per sostenere le persone in condizioni di bisogno la giunta non abbia stanziato un euro in più. “Si sono limitati al gioco delle tre carte – denunciano le tre confederazioni – usando 13 milioni di euro di stanziamenti straordinari per coprire una misura ordinaria e che andava finanziata con risorse ordinarie. Così si sprecano risorse e non si danno risposte ad una situazione contingente di emergenza”.
Preoccupa infine il fatto che il provvedimento sembra essere stato costruito sull’improvvisazione: Piazza Dante, come è emerso chiaramente stamane in Commissione, non ha idea del tiraggio reale delle modifiche, né quindi di quanti nuclei familiari ne potranno concretamente beneficiare. Insomma si tratta di un'occasione persa.
Trento, 7 luglio 2020