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Edilizia, la proroga del Durc fino a fine anno mette a rischio la sicurezza dei lavoratori

Sindacati: "colpo di spugna vergognoso sui diritti dei lavoratori e regalo a caporali e imprese scorrette"

Ieri  in Commissione  Bilancio alla Camera è stato abolito l’articolo 81 comma 1 del Decreto Rilancio che prevedeva validità del Durc di gennaio  fino al 15 giugno in ragione della pandemia da corona virus. 

Con la sua abolizione si è così protratto ulteriormente fino alla fine dell’anno 2020 la validità del Durc, il documento che attesta il corretto versamento dei contributi da parte delle aziende, e si è dato  un colpo di spugna sui diritti dei  lavoratori facendo un regalo a caporali ed imprese scorrette. 

Ad aprile infatti era stata raggiunta un’intesa con i Ministri del lavoro Catalfo e delle Infrastrutture De Micheli che prevedeva che la proroga non andasse oltre il 15 giugno. 

Con la nuova modifica una impresa edile risulterà ora regolare e potrà lavorare fino a fine anno anche senza pagare i contributi INPS, INAIL egli accantonamenti Cassa Edile (ferie, permessi, ratei di tredicesima).

Con questo atto si consente di fatto di ritardare gli stipendi ai lavoratori che già hanno subito in questi mesi pesanti perdite di reddito e ritardati pagamenti di cassa integrazione.

La sua cancellazione – scrivono i Segretari Generali Provinciali Sandra Ferrari (Fillea CGIL) Matteo Salvetti (Feneal Uil) e Fabrizio Bignotti (Filca Cisl) pone un problema di legalità perché consentirebbe alle imprese di tenere i lavoratori in nero e nel contempo poter partecipare ad appalti pubblici ed anche poter richiedere degli incentivi messi a disposizione dal governo con il decreto Rilancio in quanto risulterebbero regolari fino alla fine dell’anno.

Nuove aziende edili poi potrebbero lavorare senza aver pagato un contributo e partecipare a gare ed appalti fino a fine anno al pari di quelle che invece pagano i lavoratori e rispettano legge e contratti.

Altro che lotta all’illegalità, al lavoro nero e criminalità.

Il rischio è quindi che i 600 mila lavoratori edili regolari e le imprese serie paghino il prezzo di questa modifica legislativa che tratta nello stesso modo imprese corrette ed imprese che fanno della     concorrenza sleale, non versando i contributi dovuti.

Per tutto quanto sopra esposto, a livello nazionale la Fillea CGIL Filca Cisl e Feneal Uil chiederanno di mantenere fede a quanto sostenuto dal Presidente Conte durante gli Stati Genrali dell’economia in cui si era impegnato con i Sindacati per un rafforzamento del DURC e degli strumenti di contrasto al lavoro nero. 

In particolare chiediamo a tutti i parlamentari Trentini di farsi carico di questo problema per rimediare il testo nel passaggio al Senato.

In caso contrario come Sindacato faremo sentire la nostra protesta in tutte le sedi ed in tutte le piazze.

Trento, 2 luglio 2020

 

 

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