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Cassa integrazione. Lavoratori delle mense aziendali non hanno ricevuto un euro

Sindacati: oltre duecento addetti aspettano i pagamenti di Inps da marzo e ora rischiano di restare senza ammortizzatore sociale

Non hanno ricevuto ancora un euro gli oltre duecento lavoratori e lavoratrici delle mense aziendali trentine che da marzo sono in cassa integrazione in deroga. Lo denunciano Filcams, Fisascat e Uiltucs che sollecitano l’Inps ad accelerare sui pagamenti. “Siamo in una situazione vergognosa. Questi lavoratori e le loro famiglie sono ormai in enorme difficoltà e per di più non possono chiedere l’anticipazione dell’ammortizzatore sociale alle banche visto che Inps non ha ancora fornito loro il numero di protocollo che sancisce il diritto a godere dell’ammortizzatore sociale”, dicono Francesca Delai, Gabriele Goller e Dino D’Onofrio. Inoltre sulla base di quanto prevede la norma, le aziende da cui dipendono non possono anticipare l’erogazione della cassa. Per loro c’è solo il pagamento diretto dell’Inps che, però, non arriva.

 

Questi addetti sono dipendenti di grossi gruppi della ristorazione collettiva come Dussman, Cir Food, Compass, Euroristorazione, Sodexo. Realtà che operano in almeno cinque regioni italiane e che in Trentino gestiscono le mense di grandi strutture manifatturiere come la Dana di Arco e Rovereto, la Luxottica, l’Ebara, la Mariani, la Mahle.

A questa situazione già grave si aggiunge la forte preoccupazione per il futuro. A metà luglio per la maggioranza di questi lavoratori si esauriranno le 18 settimane di cassa integrazione Covid 19 e, per loro, non potranno essere attivati altri ammortizzatori. “Facciamo appello al Governo nazionale e alla Provincia di Trento perché prevedano l’estensione della cassa con causale Covid per altre 18 settimane – insistono i sindacalisti -. Oggi diverse aziende hanno ripreso l‘attività, ma a ritmi ridotti e sono molti gli impiegati che lavorano in smart working, dunque la contrazione dei pasti resta ancora molto importante e le prospettive sono preoccupanti”.

Infine c’è la situazione di grande frustrazione in cui si trovano questi lavoratori perché i ritardi dell’Inps hanno creato all’interno delle stesse aziende, tra colleghi che svolgono lo stesso lavoro, trattamenti molto diversi: chi lavora per le mense scolastiche ha ricevuto l’ammortizzatore sociale, chi è nelle mense aziendali è a secco. “Una discriminazione ingiusta”, concludono i tre sindacalisti.

Trento, 2 luglio 2020

 

 

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