Spinelli: «Noi la corda la tiriamo ancora»
L’assessore irride i lavoratori e i sindacati dopo il riuscito presidio in piazza Dante. Diaspro: «Allora dichiaro aperte le ostilità»
Due ore di riuscitissimo presidio in piazza Dante sotto il palazzo della Provincia, seguite da un incontro con la giunta che era stato rimandato e negato per mesi: evidentemente vedere la piazza piena ha dato una scossa anche a chi finora aveva chiuso ogni porta. L’incontro di quaranta minuti ha coinvolto le sigle sindacali da un lato e gli assessori Spinelli e Zanotelli col dirigente Fedrigotti dall’altro. Per la Fp Cgil, il segretario generale Luigi Diaspro, spiega: «Abbiamo ribadito tutte le nostre ragioni e, al termine di questo, Spinelli ha commentato testualmente: “Noi la corda la tiriamo ancora”. L’assessore ha in tal modo chiarito appieno l’intento punitivo, denigratorio e vessatorio verso i propri stessi dipendenti, che compongono l’amministrazione pubblica più efficiente d’Italia. Un approccio assolutamente ideologico e, con tutta evidenza, chiuso a qualunque ragionamento essendo basato unicamente sul pregiudizio e sulla volontà di creare divisioni tra lavoratori pubblici e privati, alimentando un conflitto buono solo per la più scadente delle campagne di propaganda. Abbiamo infine ascoltato dalla viva voce dell'assessore Spinelli, che il rientro è anche dovuto ad esigenze di consumo che i dipendenti pubblici devono riprendere per i settori economici (ristorazione evidentemente), cosa per noi già evidente. Ma neanche la disponibilità a trattare questo tema insieme a tutti gli altri, ha consentito un'apertura per un dialogo. Respingiamo dunque sin d'ora al mittente qualsiasi ulteriore prossima iniziativa unilaterale e preannunciamo la più ferma opposizione unitaria con le lavoratrici e i lavoratori».
Per il resto, si annota oltre all’ottima partecipazione, anche la grande quantità di interventi: dopo i segretari dei sindacati, infatti, sono state molte le persone che hanno chiesto di parlare al microfono. Dai vari contributi emerge la ferma contrarietà non solo ai provvedimenti ma soprattutto ai metodi e ai toni con cui questa giunta sta trattando i dipendenti pubblici, creando contrapposizioni coi lavoratori del privato e mettendo in campo misure volte non ad aumentare l’efficienza e l’efficacia dei servizi, quanto piuttosto a promuovere manifestazioni muscolari del potere e a riempire gli uffici senza un reale piano di sviluppo. Tutto questo, facendo passare il messaggio che quanto fatto durante il lock down, con migliaia di lavoratori che hanno garantito i servizi da casa propria mettendo a disposizione i propri computer e le proprie connessioni, sia stato una sorta di vacanza.
Al contrario, la piccola rivoluzione del lavoro agile a cui abbiamo assistito in questi giorni, ha chiarito che questa modalità di lavoro va sviluppata non come sperimentazione ma come strumento ordinario, che superi il concetto di “orario obbligatorio” e valorizzi qualità, obiettivi ed efficienza.
Spiega ancora Diaspro: «La “pa” trentina è il volano per la ripartenza dopo la pandemia e siamo a disposizione per ragionare assieme e migliorare ancora un servizio già eccellente. Le uscite di questa giunta manifestano invece un pregiudizio ideologico, che sfocia in provvedimenti inutili, sempre e comunque unilaterali, adottati senza confronto coi sindacati e che rendendo complessa se non impossibile la conciliazione dei tempi casa lavoro considerando che molti servizi per l’infanzia non sono ancora operativi. Soprattutto, i toni sono spesso stati irrisori e aggressivi come quello chiarito bene oggi dall’assessore Spinelli. A questo punto dichiariamo aperte le ostilità».