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Spettacolo dal vivo. I lavoratori cercano dialogo e sostegno nell’emergenza

Coordinamento Professionisti dello Spettacolo e Slc: l’emergenza ha accentuato i problemi di un settore poco tutelato. Serve un coinvolgimento delle lavoratrici e dei lavoratori nella progettazione delle proposte culturali.

Un reddito di continuità e la partecipazione al dialogo tecnico-istituzionale sul settore: sono queste le primarie richieste che un gruppo di lavoratori trentini ha inviato a varie istituzioni ed enti del territorio, chiedendo di poter partecipare ad un confronto sul settore spettacolo, severamente colpito dalle restrizioni per l’emergenza sanitaria.

Lo stop totale a spettacoli ed eventi, partito progressivamente da febbraio, ha portato ancor più alla luce le precarie e instabili condizioni di lavoro dei professionisti del settore: da mesi senza la possibilità di lavorare (e per molti senza alcun ammortizzatore sociale), la cosiddetta “riapertura” del 15 giugno, differita in Provincia per alcune attività addirittura al 15 ottobre, preoccupa i lavoratori, che aspettano di ricevere indicazioni concrete sulle possibilità lavorative e di sostegno per i prossimi mesi.

 

Da qui parte la richiesta di confronto con Provincia ed istituzioni culturali da parte del Coordinamento dei Professionisti dello Spettacolo insieme a Slc Cgil del Trentino.

Il Coordinamento è un gruppo informale composto da diversi professionisti che operano nel settore dello spettacolo dal vivo; nei giorni scorsi con il sindacato ha scritto al presidente Maurizio Fugatti e all’assessore Mirko Bisesti chiedendo un incontro per discutere del presente e del futuro della proposta culturale in Trentino.

 

Coordinamento e sindacato chiedono interventi di sostegno emergenziali, ma anche un coinvolgimento “nella programmazione e ideazione delle future politiche culturali, sia in termini di progettualità e idee che in un’ottica di creazione di criteri di finanziamento e coinvolgimento equi e trasparenti”, che possano portare alla creazione di nuovi strumenti di moltiplicazione del lavoro nel settore. È in questa logica che nel documento inviato in Piazza Dante si fissano alcune priorità come la definizione di criteri per i finanziamenti pubblici che non escludano i singoli artisti e i gruppi informali del territorio. Si chiede anche di ragionare insieme su strumenti di riforma per la ripartenza dal vivo e per la tutela del lavoro in digitale, anche guardando a cosa si sta sviluppando nella Provincia di Bolzano. Allo stesso tempo si pone l’accento sulla necessità di assicurare una continuità di reddito a queste figure professionali fino alla ripresa piena dei singoli settori, “un sostegno dedicato a tutti i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo e della cultura, il cui lavoro nel settore in molti casi rappresenta anche il reddito delle rispettive famiglie”. Per questo si auspica l’avvio di un tavolo di confronto partecipato da istituzioni, imprese, lavoratori e sindacati che affronti in modo concreto le questioni legate alla riapertura degli spazi culturali e la ripartenza delle proposte e dei progetti, dalla tutela della sicurezza al coinvolgimento nella progettazione.

 

La ripartenza offre l’occasione di stabilire nuove modalità. In questo senso Coordinamento e Slc propongono la creazione di “strumenti di dialogo a livello progettuale e artistico con i vari committenti istituzionali (Assessorato alla Cultura, Coordinamento Teatrale Trentino, Centro Servizi Culturali S.Chiara, Fondazione Caritro, Comuni, Festival e imprese culturali) per immaginare una programmazione culturale basata sulla collaborazione, l’inclusione e la trasparenza in un’ottica di valorizzazione delle risorse territoriali, con riferimento specifico ai lavoratori dello spettacolo presenti e attivi in Provincia di Trento”. Infine il tema della sicurezza: la ripartenza dovrà garantire adeguate tutele per professionisti e pubblico.

Trento, 11 giugno 2020

 

 

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