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Fondi di Solidarietà. “A rischio le risorse accumulate negli ultimi quattro anno di attività”

I presidenti dei due fondi territoriali per la gestione della cassa integrazione delle piccole imprese scrivono alla Ministro Catalfo.

Con una lettera indirizzata alla ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, i presidenti dei fondi di solidarietà del Trentino e dell’Alto Adige, Andrea Grosselli e Sieghart Flader, hanno posto la questione delle risorse a disposizione dei due fondi territoriali una volta finita l’emergenza Covid-19.

“Il fondo di solidarietà del Trentino - spiega il suo presidente Andrea Grosselli - a fine dicembre aveva in cassa circa 14 milioni di euro. Queste risorse in una prima fase, dopo l’approvazione del decreto Cura Italia, sono state utilizzate per finanziare la cassa integrazione delle aziende aderenti  perché i due fondi di Trento e Bolzano erano stati esclusi dal riparto delle risorse nazionali stanziate dallo stesso decreto”.

Questa esclusione è stata corretta recentemente dal decreto Rilancio Italia. “La norma come modificata dal Governo - ricorda Grosselli - è chiara: le prestazioni di integrazione salariali con causale “Emergenza Covid-19” debbono essere coperte da risorse statali, come accaduto per tutti gli altri fondi, a partire dal Fondo di integrazione salariale nazionale”.

La preoccupazione è che di fronte il riavvio delle attività economiche, anche le aziende trentine possano cominciare a richiedere l’attivazione degli strumenti ordinari previsti dai decreti istitutivi dei due fondi. “Se il ministero non darà indicazioni precise all’Inps in merito - continua il presidente del Fondo di Solidarietà del Trentino - il rischio concreto è che non si possa erogare neppure un euro per le prestazioni ordinarie finché, grazie ai versamenti delle aziende e dei lavoratori non si ricostruisca una riserva minima di risorse all’interno del bilancio. Ma sarebbe una beffa”.

Il Fondo trentino è costituito da 8.700 aziende e 54.000 addetti dei settori del terziario che versano ogni mese una percentuale delle retribuzioni lorde pari allo 0,45%, due terzi a carico delle imprese e per un terzo a carico dei lavoratori. Nei primi quattro anni di attività - il fondo trentino è operativo di fatto dall’agosto 2016 - era riuscito a costituire un patrimonio finanziario di oltre 14 milioni di euro anche grazie al contributo della Provincia di Trento pari a 3 milioni.

“Confidiamo - conclude Grosselli - che il Governo Conte rifinanzi ulteriormente gli strumenti di integrazione salariale emergenziali per ampliare la durata della copertura per aziende e lavoratori delle piccole imprese. Ma va data garanzia alle stesse che le risorse cumulate fino a fine dicembre 2019 resteranno nelle loro disponibilità,. Su questo fronte ci attendiamo la massima vigilanza dell’assessorato al lavoro guidato dall’assessore Spinelli”.

 

Trento, 6 giugno 2020

 

 

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