Emergenza Coronavirus. Servono risposte urgenti per gli studenti con bisogni educativi speciali
Cgil Cisl Uil: famiglie in grande difficoltà. L’assessore Bisesti apra un confronto e si impegni a riattivare il servizio in presenza in sicurezza e in modo coordinato con tutte le scuole
La chiusura delle scuole ha ampliato le diseguaglianze e a farne le spese sono soprattutto gli studenti più fragili, compresi quelli con in bisogni educativi speciali. “Siamo di fronte ad una vera e propria emergenza, le famiglie sono in grade affanno e bambini e ragazzi Bes stanno perdendo i progressi raggiunti in mesi e anni di impegno. E’ tempo che l’assessore Bisesti si faccia carico di questa problematica e individui la strada migliore per tornare ad interventi in presenza nella totale sicurezza di alunni e assistenti educatori”, sottolineano i tre segretari generali di Cgil Cisl Uil del Trentino.
Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti denunciano una situazione molto eterogenea sul territorio. “Ci sono istituti in cui ci si è attivati da subito con la didattica a distanza, altri dove si è fatto molto poco – dicono -. In ogni caso archiviata la prima fase dell’emergenza, adesso è indispensabile strutturare un servizio educativo degno di questa definizione, omogeneo su tutto il territorio provinciale”.
Per farlo le tre confederazioni chiedono all’assessore di avviare nel più breve tempo possibile un confronto che coinvolga anche i soggetti del terzo settore che svolgono questo servizio in convenzione per molte scuole. “In questi mesi ci sono state esperienze meritevoli, alcune organizzate, altre lasciate al senso di responsabilità del singolo. Ma non è sufficiente. L’assessore Bisesti deve assumere la regia di questo processo e assicurare risposte a tutti i ragazzi e bambini Bes. La scuola deve essere il luogo in cui le disuguaglianze si superano. Sarebbe gravissimo perdere di vista questo principio”, concludono.