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Premio ai lavoratori della sanità. Servono risorse nuove

Cgil Cisl Uil: giusto riconoscere il gigantesco impegno di queste lavoratrici e lavoratori. Ma non prendiamoci in giro spostando poste di bilancio

Non possiamo che condividere l’impegno della Giunta provinciale che finalmente decide di riconoscere l’enorme sforzo compiuto da tutto il personale sanitario in questa drammatica emergenza. Non possiamo accettare però che premiare i dipendenti della sanità trentina diventi un esercizio di demagogia. Le cose devono essere chiare fino in fondo: i 15 milioni di euro che il presidente Fugatti ha promesso devono essere risorse fresche, non soldi spostati da altri stanziamenti, o peggio presi dal fondo straordinario dell’Azienda sanitaria che al momento non li ha nel suo bilancio. Questi milioni di euro sono molto probabilmente risorse già per finanziare il rinnovo contrattuale, di tutto il personale dell’Azienda, dai sanitari agli amministrativi, e che i dipendenti attendono da anni. Non ci si può “far belli” agli occhi dell’opinione pubblica dicendo mezze falsità. Non ci stiamo a giocare a farci prenderci in giro. Dunque esigiamo chiarezza e siamo pronti con le nostre categorie del comparto pubblico ad aprire un confronto trasparente sul riconoscimento di questo premio”. Lo dicono i segretari generali di Cgil Cisl Uil, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti commentando l’annuncio del presidente Fugatti. E incalzano: la giunta provinciale stanzi nuove risorse ad hoc per il premio ai sanitari.

I tre segretari insistono ancora una volta sulla necessità di avere uno sguardo più ampio e non divisivo sulla gestione dell’emergenza. “Anche la manovra Fugatti-Spinelli è stata costruita sulla contrapposizione tra parti della nostra comunità, tra imprese e lavoratori. Siamo convinti invece che, soprattutto in questa gigantesca emergenza, la politica debba fare ogni sforzo possibile per tenere insieme tutti i pezzi della nostra società e permettere al Trentino di risalire. Anche a scapito di qualche tornaconto elettorale”.

 

 

 

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