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Fase 2, Cgil Cisl Uil: “Le linee guida sulla sicurezza non sono il via libera alle riaperture”.

Il Coordinamento provinciale salute e sicurezza aggiorna il vademecum sul rischio Covid-19, approva le linee guida per l’edilizia, ma stralcia il documento Ferro. Cgil Cisl Uil: “La Giunta non coinvolge le parti sociali sulle riaperture”.

La definizione delle linee guida per la prevenzione del rischio Covid-19 nei luoghi di lavoro dei singoli settori prosegue. Insieme all’aggiornamento del vademecum provinciale sulla tutela dei lavoratori, oggi sono state adottate quelle per l’edilizia e sono in fase di definizione quelle dei trasporti, del manifatturiero, dell’agricoltura e delle rsa, mentre i tavoli di commercio e turismo con i sindacati sono ancora sospesi dalla Provincia.
Intanto però, con una lettera indirizzata al Presidente Fugatti, Cgil Cisl Uil del Trentino avvertono che il varo delle linee guida in materia di salute e sicurezza non implicano la possibilità di una riapertura indiscriminata di tutte le attività economiche senza alcun vincolo e magari in deroga rispetto alle disposizioni nazionali. “Lo ribadiamo: se la sanità pubblica non riesce a controllare l’evoluzione dell’epidemia, se l’indice di trasmissibilità sale e se non sarà possibile garantire l’isolamento tempestivo dei positivi rischiamo di dover chiudere tutto dopo poche settimane perché le terapie intensive potranno tornare facilmente a riempirsi. Ovviamente speriamo che ciò non accada, ma dobbiamo essere pronti, perché non possiamo permetterci una nuova emergenza. Serve una strategia graduale e razionale per la fase 2. Verificheremo se la Giunta sarà all’altezza, considerato che non lo è stata nella fase dell’emergenza”.
Intanto come detto il Coordinamento provinciale salute e sicurezza, alla presenza dell’assessore provinciale Achille Spinelli, oggi ha licenziato l’aggiornamento al vademecum sul rischio Convid-19 nei luoghi di lavoro, nonché le linee guida per la sicurezza nell’edilizia. “E’ un lavoro importante anche se faticoso quello che fanno i nostri rappresentanti su quel tavolo - dichiarano i tre segretari -. Il confronto è a volte anche molto acceso. Le associazioni datoriali per esempio stamane hanno preteso di stralciare il documento proposto dal Dipartimento Prevenzione di Apss sui principi per il riavvio delle attività economiche e questa scelta noi non l’abbiamo condivisa. Il documento del dott. Ferro, nella versione portata stamane all’ordine del giorno del Coordinamento, aveva il merito di mettere un po’ di ordine nell’intricata fase della ripresa. Spiace che le associazioni imprenditoriali non abbiano avuto coraggio. Peccato”.
Nella discussione di questi giorni i sindacati hanno voluto precisare alcuni aspetti, ribaditi anche nella lettera inviata al Presidente della Giunta provinciale. “Per noi la logica per cui si può bilanciare il diritto alla salute dei cittadini più fragili con la necessità della ripresa produttiva è sbagliata: non è accettabile che in nome dell’economia possano morire gli anziani perché la sanità ha il compito di tutelare prima di tutti i più deboli. Per noi la tutela della salute viene prima delle esigenze economiche. Abbiamo inoltre riaffermato che la Giunta non può violare le disposizioni statali aprendo le attività economiche chiuse dal Governo nazionale. Per noi le aperture debbono avvenire dentro la cornice delle regole valide per tutto il Paese”.
La Giunta invece non ha voluto ancora impegnarsi alla condivisione con datori di lavoro e sindacati dei contenuti delle ordinanze e quindi delle tipologie, modalità e limitazioni eventuali delle riaperture delle attività economiche dei singoli settori. “L’assessore Spinelli ha proposto la definizione di un accordo tra le parti in una sede diversa - spiegano i sindacalisti -. Purtroppo siamo scettici sulla reale volontà della Giunta di condividere le scelte: a parte le chiacchiere fino ad oggi non lo ha mai fatto, a partire dai cantieri edili. Se vogliamo davvero sostenere l’economia la ripartenza dovrà essere graduale. Ogni allentamento dei vincoli alla mobilità delle persone e all’attività economica dovrà essere supportata da previsioni scientifiche sull’andamento dell’epidemia e sulla trasmissibilità del virus, a partire dal parametro R0, e sulle reali capacità dell’Azienda Sanitaria di tracciare i contagi e isolare i positivi. Per questo pretendiamo che la Provincia renda noti tutti i numeri con la massima trasparenza”.


Trento, 26 aprile 2020

 

 

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