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EMERGENZA RSA- Si cambi registro

Lettera del segretario generale dello Spi del Trentino

Forse da questo drammatico evento dovremo trarre qualche lezione. La pandemia non solo sta producendo un impatto disastroso sull’economia mondiale, ma ha anche stravolto regole e ritmi del nostro vivere quotidiano, delle nostre relazioni sociali, della nostra vita familiare e del lavoro. Il contagio ha colpito con un tasso di mortalità drammatico  la parte più fragile della popolazione anziana, soprattutto dentro le RSA  dove si è consumata la fase più tragica di questa vicenda (qualcuno parla di “massacro RSA” ). In Trentino negli ultimi 45 giorni registriamo 484 decessi in RSA, il doppio rispetto  allo stesso periodo dell’anno scorso. Forse prima di parlare di ripresa, di Fase2,  è necessario porre rimedio agli errori fatti e attivare gli interventi necessari perché non si ripeta quanto accaduto, riducendo al minimo i rischi di contagio e mettendo al centro il bene primario della salute ed il valore strategico delle politiche sanitarie pubbliche, perché l’emergenza non è ancora finita. Sulla questione RSA assistiamo ad una discussione surreale e fuorviante, ad un rimpallo delle responsabilità reali o presunte, di cui peraltro si occuperà la magistratura,  dimenticando responsabilità sul piano politico dovute alle scelte compiute dalla Giunta  in materia sanitaria, non ultima quella del rinvio della riforma Spazio Argento,  che prevedendo un governo unitario del comparto, un rafforzamento del servizio socio sanitario sul territorio, una presa in carico unitaria degli utenti, un’integrazione tra politiche sociali e sanitarie che, con molta probabilità, avrebbe aiutato a gestire al meglio l’attuale situazione. Non solo il rinvio, di fatto di tre anni, di una riforma ma anche la previsione di un taglio di cento milioni al bilancio della sanità. In sostanza si è affrontata l’emergenza senza le necessarie basi per una efficace politica sanitaria preventiva in capo ad un unico centro regolatore. La sottovalutazione del rischio contagio ha portato infine alla ritardata chiusura del territorio provinciale e delle RSA. Scelte che hanno concorso ad aggravare la situazione per  l’assenza di adeguata dotazione dei dispositivi di protezione per il personale oltreché per il numero insufficiente di tamponi per anziani e lavoratori. Di fronte a questo stato di cose  i Sindacati  dei pensionati e di categoria hanno elaborato un documento di proposte rivendicando alla Giunta uno spazio adeguato di confronto sulle azioni da attuare a tutela dei dipendenti e degli ospiti, confronto finora eluso nella sostanza. Ma anche maggiori risorse da destinare al settore.  Superata la fase emergenziale si deve procedere con convinzione all’attuazione della riforma dello Spazio Argento per un governo unitario del sistema. Quanto è successo deve essere di insegnamento per programmare adeguatamente le politiche e gli interventi per gli anziani: una regia pubblica forte nei territori e una migliore integrazione socio-sanitaria, destinando a tale scopo le risorse necessarie. La salute è un bene comune tutelato dalla Costituzione e solo con un sistema pubblico universale e rafforzato possiamo vincere questa nuova sfida.

 

Ruggero Purin

Segretario generale SPI Cgil del Trentino

 

 

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