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San Pancrazio: niente cassa per gli oss

Accolte molte delle richieste della Cgil

San Pancrazio: niente cassa per gli oss

Il San Pancrazio ha incontrato in video conferenza la Funzione pubblica Cgil, che nei giorni scorsi aveva fatto emergere la volontà della struttura di ricorrere alla cassa integrazione. I referenti Cgil per la sanità, Gianna Colle e Marco Cont, spiegano: «Abbiamo avuto riscontro positivo a molte delle istanze da noi formulate nella videoconferenza dello scorso 17 aprile. In particolare: la Kos (gruppo che amministra il San Pancrazio) ha ridotto il numero degli operatori interessati alla cassa integrazione, escludendo i 27 Oss e Osa, in quanto ha verificato che non era effettivamente necessario porli in cassa integrazione: sono figure in questo momento molto richieste e necessarie anche per la gestione dello stesso San Pancrazio per le attività in essere in questo periodo.

Secondo: ha comunicato che la struttura è a disposizione della Provincia per distaccare lavoratori e, in questo caso, abbiamo però ribadito che ciò deve avvenire sempre e solo su base volontaria da parte del lavoratore. Terzo: ha accolto la richiesta di rotazione del personale nell’applicazione della cassa integrazione, nella stessa figura professionale.

Quarto: ha previsto il criterio della volontarietà sia per chi si renderà disponibile verso altre unità produttive, sia per chi andrà a richiedere di aderire con più ore al fondo di integrazione salariale, sottolineando che il tetto massimo di adesione è del 90%, garantendo sia il minimo lavorativo del 10%, sia il rispetto nell’equa distribuzione delle ore lavorative tra il personale; la riduzione potrà avvenire principalmente verticalmente, ovvero in giornate, ma non è escluso che si possa effettuare anche a ore. Quinto: l’integrazione verrà anticipata nella busta paga direttamente dalla Kos, con la scadenza solita del pagamento, dunque i lavoratori non subiranno ritardi nel percepire lo stipendio.

Ciò che la Kos non ha accettato è stato l’integrare il differenziale della quota per arrivare al 100% dello stipendio. Inoltre rimane sul campo la nostra richiesta di riconoscimento economico per il grande sforzo lavorativo fatto da tutti gli operatori in questa emergenza».

 

 

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