Emergenza Rsa, servono maggiori risorse per tutelare ospiti e personale
Fp Cgil e Cisl Fp con le sigle pensionati: è nelle case di riposo che si sta consumando il dramma di questa epidemia. Criticità sottovalutate hanno contribuito alla diffusione del virus. Si cambi registro
Anche in Trentino è nelle case di riposo e nelle strutture per gli anziani che si sta consumando gran parte del dramma dell’emergenza coronavirus. Lo dicono nella loro crudezza i numeri: su 4.041 contagiati in provincia 1.100 sono nelle Rsa. Alta anche la percentuale di morti: circa il 10 per cento delle vittime di Codiv 19 nelle case di riposo, tuttavia in difetto rispetto a decessi non qualificati Covid perché non accertati mediante tamponi. Numeri che impongono di affrontare con determinazione la situazione, perché l’emergenza non è ancora finita e le soluzioni paventate fino a questo momento da Provincia e Azienda sanitaria appaiono non sufficienti. Serve guardare all’immediato, ma anche nel medio termine. E’ da qui che parte il documento sottoscritto dalle categorie del pubblico impiego Fp Cgil e Cisl Fp e i sindacati dei pensionati delle tre sigle, Spi Cgil e Fnp Cisl. Il testo mette nero su bianco alcune delle maggiori criticità nella gestione dell’emergenza in queste strutture e, nel contempo, individua una serie di azioni per uscire dall’emergenza. Ribadisce anche di accelerare sulla riforma dello Spazio Argento: una più capillare gestione dei servizio socio sanitari per gli anziani e una integrazione tra sociale e sanitario con molta probabilità avrebbe aiutato a gestire meglio questa situazione. “Obiettivo di questo documento è ancora una volta la necessità di sollecitare a Provincia e Azienda Sanitaria ogni sforzo possibile per garantire la tutela della salute degli ospiti, persone fragili, e del personale”, dicono i segretari generali Luigi Diaspro (Fp Cgil) e Beppe Pallanch (Cisl FP) e i tre segretari dei pensionati, Ruggero Purin, Tamara Lambiase e Claudio Luchini.
Il documento è netto, non poche sono state le carenze: una serie di errori e sottovalutazioni, dall’insufficiente o inadeguata dotazione dei dispositivi di protezione per infermieri ed Oss, prima le mascherine poi i camici, alla poca formazione per fronteggiare la situazione, al numero insufficiente di tamponi per anziani e lavoratori che avrebbero potuto arginare concretamente i contagi, la non ospedalizzazione degli anziani, la difficilissima separazione degli spazi interni tra reparti con ospiti positivi e indenni. Tutte condizioni che hanno agevolato la diffusione del contagio in strutture non attrezzate per la cura dei pazienti positivi, in molti casi prive di spazi e logistica necessari per la compartimentazione efficace di ospiti Covid e non Covid. In una situazione oggettivamente ancora a rischio la soluzione di accentrare in due strutture, Volano e Pergine, gli ospiti malati Covid, non è stata preceduta dal necessario confronto per le parti sindacali per affrontare i temi delle professionalità necessarie, del rapporto ospiti – operatori, del supporto medico necessario, dei carichi e turni di lavoro, delle dotazioni minime di sicurezza. Non c’è chiarezza sulle dotazioni di personale e ci si chiede come una tale scelta possa inserirsi in un contesto in cui si registra una grave carenza di personale nelle Apsp-RSA del Trentino, con percentuali di assenze vertiginose tra contagi e quarantene.
E’ in questo quadro complesso che si inseriscono le proposte delle sigle sindacali. A cominciare dalla richiesta di maggiori risorse da destinare al settore. Cgil Cisl con le categorie e i pensionati chiedono anche più tamponi al personale e agli utenti per individuare i soggetti positivi asintomatici e i negativi.
Il personale deve essere messo nelle condizioni di operare in sicurezza: servono tutti i dispositivi di protezione individuale, il rispetto delle misure inserite del Protocollo nazionale sulla sicurezza, ma anche una maggiore formazione. Altrettanta attenzione serve verso gli ospiti anziani e la loro salute fisica ma anche psicologica. E ai loro familiari a cui va assicurata un’informazione costante e trasparente sulla salute dei loro cari, ma anche un canale di comunicazione diretto per la condivisione delle scelte. Infine appare indispensabile potenziare il personale per fronteggiare l’inevitabile riduzione degli operatori per l'emergenza Covid-19 e per compensare la minore presenza dei familiari e del volontariato.
Nei prossimi giorni anche Cgil Cisl Uil lavoreranno ad un documento unitario su questa questione.