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Coronavirus, per far ripartire il Trentino servono misure anche oltre l’emergenza

Primo confronto tra sindacati e la task force provinciali. “Pronti ad un patto di legislatura che rilanci lo sviluppo e l’occupazione”

Coronavirus, per far ripartire il Trentino servono misure anche oltre l’emergenza

“Comprendiamo l’urgenza e la necessità di adottare misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza. Queste da sole, però, non bastano per fare ripartire il Trentino. Servono interventi strutturali di medio lungo periodo che sostengano lo sviluppo, che rilancino il lavoro, definiscano le priorità degli investimenti, che riformino la macchina amministrativa e l’assetto istituzionale della Provincia”. Questo hanno detto oggi Cgil Cisl Uil del Trentino al primo incontro con la task force di esperti nominati da Piazza Dante per delineare il dopo pandemia sul nostro territorio. I tre segretari generali, che hanno partecipato al confronto in video conferenza con il gruppo guidato dal professor Zaninotto, hanno inoltre rinnovato la disponibilità del sindacato a fare responsabilmente la propria parte per definire le basi della ripartenza. “Siamo disposti a costruire un patto di legislatura per il Trentino – hanno detto Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti -, ma deve essere vera concertazione su tutte le priorità dello sviluppo provinciale. Dobbiamo interrogarci da subito su misure in grado di guardare anche al dopo emergenza. La pandemia ha precipitato il Trentino, come il resto d’Italia e gran parte d’Europa, in una crisi profondissima. La risalita non sarà così rapida né automatica. Per questo dobbiamo essere pronti con scelte innovative e coraggiose, che tutelino tutta la nostra comunità. Dobbiamo puntare ad una crescita economica solida, duratura e ambientalmente sostenibile garantendo la coesione sociale. L’una dimensione non potrà prescindere dall’altra se vogliamo rialzarci”.

Da qui una seria di spunti che il sindacato ha posto all’attenzione degli esperti e che saranno al centro di nuovi confronti già entro la fine del mese. Cgil Cisl Uil hanno sottolineato l’urgenza di rimettere in moto la macchina delle riforme. Vanno rinnovati l’assetto istituzionale della Provincia e la pubblica amministrazione, anche capitalizzando gli effetti positivi dell’accelerazione che il coronavirus ha imposto nella gestione dei rapporti con i cittadini e nell’erogazione di alcuni servizi. E anche in questo senso le tre sigle sottolineano anche la necessità di investimenti nella rete digitale per favorire il lavoro agile, ma anche la formazione a distanza per scuola e università.

Sul piano economico va definito chiaramente il quadro della finanza pubblica. “Dobbiamo sapere - spiegano i sindacalisti - quali sono le disponibilità della finanza pubblica trentina e quali le possibilità di ampliare i margini del bilancio provinciale per sostenere la crescita economica. Su questo fronte la Giunta provinciale deve giocare a carte scoperte per poi definire insieme le priorità degli stanziamenti, fin dal prossimo assestamento di bilancio. Quello che non si può fare è rispondere a chi urla più forte o è più vicino alle stanze del potere. Le risorse pubbliche non vanno sprecate in mille rivoli, ma concentrate laddove è più utile”.

Cgil Cisl Uil hanno infatti sottolineato l’opportunità di ricorrere al debito, ma per sostenere la spesa per investimenti. “Va bene ripartire dai lavori pubblici e in generale qualificare la domanda pubblica di beni e servizi, ma a patto che questo crei sviluppo di qualità sul territorio. Quindi serve un pacchetto di interventi che siano davvero volano per la crescita economica, puntando sulle opere e i servizi che creano più valore aggiunto per il territorio. Il debito va ripagato e per farlo bisogna sostenere la competitività delle imprese, la qualità del lavoro e l’efficienza della pubblica amministrazione  del Trentino”.

Sul lavoro, oltre a favorire l’incontro tra domanda e offerta, rispondendo anche alle difficoltà di reperire manodopera in alcuni comparti, Cgil Cisl Uil hanno chiesto alla task force di individuare gli strumenti più efficaci per sostenere il reddito dei lavoratori. “Senza soldi le famiglie non spenderanno quando le attività economiche riapriranno e se non ripartono i consumi l’economia rischia di restare ferma, cadendo in una spirale recessiva. Interventi di sostegno solo all’offerta sarebbero assolutamente inefficaci”.

Infine i tre segretari sono intervenuti sul ritorno alla normalità. “Serve ripartire, ma bisogna farlo in assoluta sicurezza. Dunque mettendo a disposizione i sistemi di protezione individuale, favorendo modelli organizzativi che tutelino i lavoratori più fragili e mettendo anche a disposizione test specifici che individuino i soggetti positivi. Sarebbe utile inoltre mettere in rete e valorizzare tutte le competenze dei centri di ricerca trentini che stanno lavorando  sui dati epidemiologici per avere modelli di previsione sufficientemente validi per programmare la ripartenza dei vari settori”, concludono.

 

 

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