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A rischio quasi 200 precari dei musei trentini

L'intervento di Roberta Piersanti

A rischio quasi 200 precari dei musei trentini

Gli oltre duecento lavoratori dipendenti delle aziende appaltatrici dei servizi museali del Trentino si trovano in uno stato di grande preoccupazione per la riduzione delle attività museali a seguito delle limitazioni delle visite imposte dall’emergenza Covid-19 e per la riprogrammazione del bilancio richiesta dalla Provincia ai dirigenti dei musei trentini per il contenimento della spesa.

Roberta Piersanti, referente del settore per la Funzione pubblica Cgil, spiega: «Questi lavoratori - principalmente occupati nei servizi della didattica, ma anche in quelli di biglietteria, accoglienza e sorveglianza tra Muse (80), Museo Storico, Buonconsiglio e Mart (60), e altri - rischiano di pagarne le conseguenze in prima persona, con tagli di retribuzioni e perdita dei posti di lavoro. La Fp Cgil chiede l’apertura urgente di un tavolo per capire quali siano le soluzioni che la Provincia intende attivare per la tutela di queste lavoratrici e lavoratori, impegnati da anni nel settore con grande professionalità e competenza.

Roberta Piersanti rammenta che per questi operatori sono già state più volte stigmatizzate, negli ultimi mesi, le precarie condizioni lavorative, ben prima dell’emergenza Covid-19, per una gestione organizzativa che ancora oggi non consente una sufficiente conciliazione dei tempi vita-lavoro soprattutto per le giovani mamme, oltre che per una turnistica che determina picchi lavorativi non sopportabili.

Abbiamo più volte richiesto una soluzione politica per la re - internalizzazione di questi servizi nel perimetro pubblico, visto che si tratta di attività di “core” del sistema museale trentino che a più riprese esprime – attraverso i propri autorevoli vertici – le ambizioni di eventi e iniziative di respiro nazionale e internazionali, che non possono evidentemente fondarsi su lavoro precario e sottopagato.

 

 

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