NEWS

La luce in fondo al tunnel

Renzo Dori: massima attenzione prima di allentare le misure

Vi proponiamo sotto un intervento di Renzo Dori, presidente della Consulta provinciale sulla salute e membro del gruppo di lavoro dello Spi del Trentino su sanità e contrattazione sociale

 

In questi giorni si parla molto di “fase 2” che dovrebbe poter allentare le restrizioni determinate durante la fase del contagio del coronavirus. Ma siamo così sicuri che la fase del contagio sia superata e che effettivamente il pericolo di ammalarsi sia meno cruciale rispetto a qualche giorno fa? Se guardiamo ai recenti provvedimenti dobbiamo constatare che così proprio non è. In effetti mentre si parla di “luce in fondo al tunnel”, si acuiscono i provvedimenti con l'obbligo dell'uso delle mascherine e guanti per tutti quando si accede ai negozi. Una scelta che di fatto sottolinea che il pericolo del contagio non è superato, anzi permane in tutta la sua intensità. Non basta registrare per un giorno o due il calo dei decessi e delle persone contagiate per concludere che ci stiamo avviando verso il superamento del periodo critico. Sappiamo quanto quei dati specialmente quelli riferiti ai contagi siano largamente imprecisi e ben lungi dal fornirci il quadro reale. Non si riesce ancora a garantire con continuità i dispositivi individuali di sicurezza (mascherine adeguate, camici, guanti occhiali e quant'altro) al personale delle RSA – Case di riposo dove decessi, contagi fra anziani e contagi del personale assistenziale è in continuo aumento; non si procede con una verifica completa dei contagiati a domicilio che rappresentano più del 58% del totale con tamponi e controlli mirati; non si supporta l'operato dei medici di medicina generale che rappresentano i primi referenti per il cittadino. Non sono sufficienti i dati della diminuzione dei ricoveri ospedalieri in terapia intensiva o semi-intensiva perché sappiamo che sono un indice importante, ma non certo l'unico da tener presente.  

 Non è un caso che il prof. Trabucchi sulla rivista dell'Associazione Italiana di Psicogeriatria recentemente abbia scritto:

“Come avverrà nelle prossime settimane la progressiva apertura? Nessuno ha le idee chiare; è però esecrabile che da parte di qualche autorità si indichi la possibilità di rilevare gli anticorpi nella popolazione come premessa per dare libertà di movimento a chi ne fosse dotato. Nessuno sembra leggere gli inviti alla prudenza dei veri esperti, che sottolineano l’attuale inaffidabilità delle metodologie di rilevazione. Vogliamo ripetere gli errori che sono stati indotti dall’affidarsi acritico ai tamponi, le cui conseguenza oggi pesano in molte realtà? Inoltre, quanto tempo è necessario per la clearance virale e quindi per la scomparsa dell’infettività? Qualcuno ha ipotizzato di “liberare” i giovani e non i vecchi: penso sia un’ipotesi da studiare con prudenza. Un altro aspetto critico: non è chiaro come si dovrà gestire la transizione negli ospedali, che avranno sempre un numero elevato di pazienti Covid, anche se in rapida diminuzione, ma dovranno anche iniziare a riprendere le normali attività cliniche, dopo il blocco che porterà certamente a un loro aumento. Infine, un’attenzione particolare dovrà essere riservata allo studio a medio-lungo termine delle conseguenze dell’infezione a livello clinico, ad esempio sulla funzione polmonare e sulle eventuali complicanze cardiache, vascolari, neurologiche. Andranno esaminati, inoltre, i riflessi sulle dinamiche famigliari e sulla capacità di gestire i lutti sul piano psicologico nonché le loro conseguenze sulla vita di tutti i giorni (economiche, sull’organizzazione della giornata, ecc.). Anche le comunità dovranno ricalibrarsi di fronte ai tanti vuoti che si siano creati.”

L'invito alla prudenza è non solo esplicito, ma fortemente raccomandato. Prima di fare altri passi falsi cerchiamo di avere un quadro il più esatto possibile della epidemia e delle sue conseguenze prodotte non solo nella sanità pubblica, ma ancor più nel settore socio-sanitario come le RSA che stanno ancora soffrendo di sottovalutazioni e ritardi e poi pensiamo come intervenire a domicilio, come sostenere tante famiglie anch'esse troppo spesse lasciate allo sbaraglio vincolate a una quarantena senza una diagnosi certa e una successiva guarigione certificata con altrettanta certezza.  La politica mentre guarda alla luce in fondo al tunnel non provochi strane accelerazioni evitando di affrontare e risolvere sino in fondo con il supporto degli esperti le questioni, i problemi, le criticità come il numero eccessivo di morti che abbiamo conosciuto durante questa lunga fase di epidemia.

 

 

TORNA SU