Inaccettabili le parole di Nava
Luigi Diaspro difende i lavoratori e replica alle parole del direttore dell'integrazione socio sanitaria
Con riferimento all’intervista a Enrico Nava, apparsa oggi su un quotidiano locale, il Segretario generale della Funzione pubblica Cgil del Trentino, Luigi Diaspro, replica con grande vigore.
«Anzitutto, su quali basi scientifiche il dottor Nava può affermare che il contagio nelle case di riposo sia stato portato dal personale? Lo chiedo perché l’argomentazione “mancano evidenze scientifiche” è quella che viene opposta spesso alla Cgil quando, ai tavoli di confronto, manifesta il proprio punto di vista. Ebbene Nava esponga ora le sue evidenze scientifiche: il fatto che la maggior parte dei contagi sia avvenuta dopo la chiusura all'accesso dei familiari cosa dimostrerebbe, visto che nessuno può affermare in modo inequivocabile quale sia il periodo di incubazione e contagio? Abbiamo sentito 14 giorni, poi 21, quindi?»
Ma anche volendo dare per buona la tesi proposta: «Se così fosse, perché si pretende di ricondurre il rischio contagio al personale e poi si continua a non disporre tamponi per tutti gli operatori, di fatto alimentando colpevolmente e consapevolmente la possibilità di contagio? Abbiamo già scordato il fatto che per gli operatori - che sono oggi additati da Nava quali portatori esclusivi del contagio - sin dall'inizio non sono stati previsti dispositivi e mascherine idonei, anzi si raccomandava di indossarli solo nei casi di contatto con pazienti?
Del resto, non proteggere gli ospiti dai potenziali untori, cioè gli operatori spessi, comporta un’evidente assunzione di responsabilità da parte dei vertici istituzionali e sanitari. Oppure no? Il fatto che ancora oggi, proprio nelle strutture indenni, non si pratichi il tampone preventivo per isolare tempestivamente eventuali positivi asintomatici tra personale e ospiti non induce nel dottor Nava alcuna riflessione sulla contraddittorietà tra quanto si declina e quanto si fa in concreto?»
In senso più generale: «È inaccettabile che le responsabilità siano scaricate sulle lavoratrici e i lavoratori. Se non ci sono dispositivi di protezione o se sono inadeguati, se non ci sono tamponi, se non si possono dividere le strutture Covid da quelle indenni, se il contagio aumenta e i morti pure, se c'è tutto questo dovete dire la verità: avete dato voi le disposizioni, avete contingentato voi le mascherine e i dispositivi, avete costretto voi gli operatori a lavorare in quelle condizioni, assumetevene le responsabilità! Già il dottor Bordon aveva fatto un'uscita simile sul contagio tra operatori sanitari dovuti a comportamenti imprudenti tra colleghi. Adesso ci risiamo: si dà la colpa agli operatori. Lavoratori che rischiano tutti i giorni la vita e per i quali la Giunta provinciale a oggi non ha ritenuto di stanziare un euro per sostenerne lo sforzo immane! Una parola sola: Vergogna!»