Troppo poco smart working negli enti locali
Comuni e Comunità si attengano al decreto legislativo n. 18 del 17 marzo 2020 la sicurezza di tutti i cittadini garantita anche dallo smart working dei lavoratori pubblici
Le Organizzazioni Sindacali vengono raggiunte ancora oggi da segnalazioni di mancato rispetto dell’impianto legislativo emergenziale vigente, inadempienza che si sta protraendo presso molti comuni e comunità di valle del territorio provinciale.
Il personale è chiamato a recarsi nelle varie sedi per prestare la propria attività lavorativa e lo “smart working” o meglio “lavoro agile” rimane strumento inapplicato, nonostante sia stata individuata come la modalità ordinaria di erogazione della prestazione lavorativa, volta ad assicurare le attività non indifferibili.
Tale comportamento, oltre a porsi in contrasto con la normativa vigente, mette a rischio la salute dei lavoratori, delle loro famiglie, dell’utenza.
In questo periodo d’emergenza per la nazione, per i cittadini e per i lavoratori tutti, non possiamo che apprezzare l’impegno di alcune amministrazioni nel recepire le norme attraverso l’emanazione di direttive finalizzate alla prevenzione del contagio da COVID-19 e alla promozione dell’attività lavorativa in smart working, oltre che al rispetto delle norme contrattuali d’informazione preventiva dovuta alle parti sociali; nello stesso modo siamo a segnalare con forza, come le disposizioni impartite non siano state rispettate da moltissime altre.
La determinazione di una incomprensibile disparità di trattamento tra lavoratori, nella sostanza, ha disatteso lo spirito degli interventi del Governo, tesi ad incentivare la permanenza della popolazione nelle abitazioni di residenza ed a rendere lo smart working la forma ordinaria di lavoro nella pubblica amministrazione per la sicurezza di tutti noi.
Le OO.SS. rilevano che ancora oggi vi sia una certa ritrosia nel ridurre al minimo le presenze del personale nei luoghi di lavoro, a limitare l'accesso degli utenti, a distribuire a tutti i dispositivi di protezione individuale da contagio e ad effettuare le procedure di sanificazione degli ambienti di lavoro.
Le misure messe in atto, ripetiamo da molti Enti e non tutti, appaiono come incentivo alla propagazione del virus, piuttosto che al contenimento, in diretto contrasto con quanto disposto dall’OMS: dalla presa d’atto dell’assenza di tutela di lavoratori e cittadini nasce l’inevitabile segnalazione alle Autorità preposte e all’Istituto Superiore di Sanità affinché si ottengano indicazioni univoche sulle direttive emesse o sulle omissioni nelle varie Amministrazioni in modo che gli stessi si assumano la responsabilità per il rischio di diffusione del contagio.
Per le Segreterie Provinciali:
CGIL FP Patrizia Emanuelli
CISL FP Maurizio Speziali
UIL FPL Andrea Bassetti