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Oss delle coop alle Viote Diaspro: «Ottenute importanti garanzie»

Servono 9 Oss, i volontari sono 20

Oss delle coop alle Viote Diaspro: «Ottenute importanti garanzie»

Si è conclusa da pochi minuti la videoconferenza che, coi vertici della cooperazione sociale e i rappresentanti dei lavoratori, ha messo al centro il tema dell’invio di personale delle cooperative al centro in allestimento alle Viote. Un incontro organizzato a seguito della diffida inviata ieri da Fp Cgil ai soggetti coinvolti che, nell’organizzazione del progetto, avevano escluso il confronto sindacale. «Spiace annotare che è stata necessaria una diffida per ottenere un incontro – esordisce il segretario generale Luigi Diaspro – d’altro canto, abbiamo potuto sancire che tutti i punti da noi chiesti fin dall’inizio saranno garantiti». Nel dettaglio: la volontarietà come condizione necessaria per poter distaccare il personale dalle cooperative al centro delle Viote; la dotazione, senza distinguo, di tutti i presidi quali mascherine ffp2, camici, divisa, occhiali, guanti e quant’altro; l’impiego esclusivo di profili sanitari, dunque oss e non altri profili con altre professionalità.

Abbiamo preso atto – continua Diaspro - che ieri si è svolto un primo momento formativo all’ospedale Santa Chiara, ma abbiamo insistito sul fatto che la formazione sia continua. Abbiamo avuto conferma che alle Viote arriveranno malati Covid in dismissione dagli ospedali, dunque contagiosi e per questo motivo abbiamo sottolineato la necessità di agire con la massima precauzione sui dispositivi. I turni: saranno di 12 ore con 2 oss nel diurno 8-20 e 1 oss nel notturno 20-8. Serviranno 9 persone in totale, a fronte di una disponibilità volontaria, al momento, di 20. Questo dimostra l’enorme sensibilità del personale socio sanitario del territorio, rispetto a un tema che li espone al rischio, per cui è più forte la responsabilità per garantire loro sicurezza e tutele».

Fp Cgil ha poi sottolineato che questi operatori devono essere di supporto a professionalità infermieristiche, che devono essere fornite dall’azienda sanitaria. «Resta poi irrisolta la questione alloggi: pareva fossero garantiti in un vicino albergo, ma ci è stato riferito che l’ipotesi non è più valida. Per noi resta condizione indispensabile: gli alloggi, che devono trovarsi al di fuori del centro, servono a evitare agli operatori di “portare” nelle rispettive famiglie il rischio di contagio».

Si annota positivamente la garanzia, come soluzione per noi temporanea, che gli operatori potranno entrare in struttura con tutti i dispositivi e che potranno abbandonarli appena usciti, potendo anche fruire delle docce, muovendosi quindi, fuori dal centro, solo coi propri abiti civili. «Una misura positiva, ma resta fondamentale avere gli alloggi» chiosa Diaspro.

Infine è stato impostato un ragionamento per le questioni di carattere contrattuale: indennità, orario per chi passa da part time a full time, rimborsi chilometrici, periodo di lavoro in distacco dalle cooperative e quindi anche il trattamento complessivo, dal punto di vista economico e giuridico. «Su questo siamo in attesa di un’ipotesi di accordo».

In conclusione, ma non meno importante: «Abbiamo preteso che siano sottoposti a tampone tutti gli operatori impegnati, a prescindere dai sintomi o dalla loro assenza. Non posso non sottolineare ancora una volta la necessità di un percorso condiviso con l’Azienda sanitaria e per questo faremo partire immediatamente una nota sindacale con la richiesta formale di aprire un tavolo di informazione e concertazione. Assicuriamo ai lavoratori che seguiremo ogni fase di questo progetto».

 

 

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