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Emergenza Coronavirus, si mettano in sicurezza i dipendenti delle banche

Fisac insieme altre sigle sindacali chiede un intervento deciso di Cassa Centrale per tutelare la salute dei lavoratori. “Casse rurali in ordine sparso, servono decisioni univoche su dpi, riduzione orari e chiusure sportelli”

Troppo poco è stato fatto nelle casse rurali trentine sulle misure per tutelare i lavoratori e le lavoratrici dal rischio contagio, in particolare quelli che operano allo sportello. Si è svolto ieri un confronto tra sindacati e vertici di Cassa Centrale Banca per chiedere l’applicazione delle misure di sicurezza, il rispetto di quanto prevede il protocollo nazionale siglato sabato scorso a Roma e i contenuti delle ordinanze e dei decreti emessi a livello nazionale e locale. “Purtroppo le casse rurali si stanno muovendo in ordine sparso – dice il segretario della Fisac Cgil Stefano Guolo -. Senza l’esigibilità delle indicazioni precise emanate dalla capogruppo ognuno fa quanto ritiene opportuno, ma in molti casi queste misure non sono sufficienti”.

La richiesta dei sindacati è di dotare tutti i dipendenti dei dispositivi di protezione individuali, compresi i pannelli separatori agli sportelli, ridurre gli orari di apertura delle filiali e sanificare gli ambienti. Per Fisac la misura più opportuna in questa fase di grave emergenza è comunque quella di chiudere tutti gli sportelli al pubblico.

Una posizione già assunta anche dai sindacati nazionali nell’ambito del confronto con Federcasse ma che non ha portato a nulla. Federcasse, infatti, ha preferito inviare delle direttive unilaterali, piuttosto che sottoscrivere un protocollo condiviso con le parti sociali che fosse vincolante per tutta la realtà del credito cooperativo nazionale.

“A questo punto, per quanto riguarda il nostro gruppo – insiste Fisac – chiediamo che Cassa Centrale svolga un ruolo di forte e deciso coordinamento, direzione e controllo in questa gravissima emergenza sanitaria in corso a tutela di tutti gli 11 mila lavoratori del Gruppo, circa tremila in Trentino”. Nei prossimi giorni ci si attende una risposta dei vertici di Via Segantini, intanto tra il personale delle banche la paura cresce.

 

 

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