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Decreto Cura Italia: bene ampliamento tutele anche a lavoratrici e lavoratori atipici e precari.

Ora un sistema universale di ammortizzazione sociale

Roma, 18 marzo 2020.- Il Decreto Legge “Cura Italia” è sicuramente un tentativo di dare
una risposta anche a tante categorie di lavoratrici e lavoratori finora escluse dagli
ammortizzatori sociali, come NIdiL Cgil aveva chiesto a gran voce nei giorni scorsi, anche
unitariamente a Felsa Cisl e Uiltemp. Entità delle spese previste e misura di alcuni
trattamenti, in particolare sul lavoro autonomo, lasciano qualche dubbio di efficacia.


Lavoro in somministrazione


L’intervento per sostenere il Fondo di solidarietà dei lavoratori somministrati è un
segnale importante, ma forse non sufficiente se l’emergenza dovesse durare nel tempo.
L’obiettivo è quello di coprire i lavoratori attraverso la cassa ordinaria di settore e solo in
ultima istanza con cassa in deroga.
I lavoratori e le lavoratrici somministrati e quelli con contratti di collaborazione e con Partita
Iva, che stanno lavorando nel sistema sanitario, al pari dei loro colleghi dipendenti
pubblici, andrebbero inclusi poi nelle misure speciali di sostegno previste dal Decreto.
Bene la moratoria prevista su licenziamenti collettivi e individuali.


Lavoro autonomo


Per quanto riguarda il mondo del lavoro autonomo, per collaboratori e professionisti
con partita iva individuale, l’indennità una tantum di 600 euro netti è un primo segnale di
attenzione, pur non risolutivo e sufficiente.
Di più si sarebbe potuto fare per i lavoratori con contratti di collaborazione coordinata e
continuativa (equiparati ai dipendenti dal punto di vista fiscale e previdenziale) per i quali
sarebbe stato possibile, come avevamo proposto, un intervento con una specifica cassa
integrazione.
Rimane aperto, poi, il tema della copertura dei professionisti con partita iva individuale
iscritti agli ordini professionali, che sembrerebbero ad oggi esclusi e per i quali
vanno individuate soluzioni che tengano conto degli effettivi cali di attività.
Manca nel Decreto un intervento per i lavoratori con contratti di collaborazione
occasionale, quasi del tutto sconosciuti all’Inps in quanto fino a 5mila euro di reddito non
è prevista contribuzione previdenziale. La gran parte dei rider è “assunto” con questa
tipologia e pian piano la loro attività va calando.


Collaboratori sportivi
Importante è l'inserimento nel Decreto dei collaboratori sportivi, istruttori, amministrativi
del settore - da sempre esclusi da ogni misura - nel sistema di indennizzo di 600 euro
netti; si tratta di un primo importante passo affinché siano considerati pienamente
lavoratori con diritti, come da tempo rivendichiamo. Si auspica che lo stanziamento di
risorse previsto sia sufficiente.
Sostegno alla disoccupazione
Bene l’estensione dei termini per le domande di Naspi e Discoll, ma sarebbe necessario
l’allungamento della durata dei sussidi di disoccupazione.
Verso un sistema universale di ammortizzatori sociali
In conclusione, il poderoso intervento messo in campo dal Governo dimostra come serva
costruire un sistema universale di ammortizzatori sociali e tutele, che non agisca però solo
in caso di emergenza, per i tanti lavoratori e lavoratrici oggi esclusi. A partire dai più
deboli.

 

 

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