Socio-assistenziale. Il nuovo catalogo dei servizi tuteli lavoro e utenti
Oggi il documento al vaglio del Consorzio dei Comuni. In ballo il futuro di 9 mila addetti per un comparto, il Terzo settore, che in Trentino vale 90 milioni di euro
Il nuovo catalogo dei servizi socio-assistenziali dovrà rispondere alle mutate esigenze delle famiglie e degli utenti, garantendo qualità del servizio e anche le professionalità che oggi operano nel settore. Ne sono certi Cgil Cisl Uil. Oggi il documento è stato esaminato dal Consiglio delle Autonomie locali e a breve approderà in giunta provinciale per l’approvazione definitiva. In ballo c’è il futuro di 9mila addetti che si occupano degli anziani, dei minori, delle persone disabili e dei soggetti più fragili per la nostra comunità.
Per le tre confederazioni il catalogo dovrà innalzare i requisiti professionali e i livelli delle prestazioni per venire incontro alle esigenze di un’utenza che esprime nuovi bisogni, ma anche per valorizzare le competenze degli operatori sociali e migliorare la qualità del servizio offerto dagli Enti del Terzo settore. Ciò ovviamente non dovrà avvenire a danno di chi oggi opera già nel settore: costoro potranno infatti continuare a lavorare nell’assistenza grazie all’esperienza maturata sul campo, anche senza titoli di studio specifici, così come stabilito dal regolamento provinciale sull’accreditamento. Al contrario sulle nuove assunzioni, secondo il sindacato, devono essere introdotti requisiti di professionalità come l’iscrizione agli albi professionali, sotto ogni forma e quindi anche negli elenchi speciali, e titoli di studio coerenti con le attività svolte. Per tutti gli operatori dell’assistenza, inoltre, bisogna definire un sistema di certificazione delle competenze e va rafforzata la formazione continua.
Accanto alla questione del personale c’è il tema degli affidamenti dei servizi, che valgono in Trentino 90 milioni di euro ogni anno. Su questo punto la posizione di Cgil Cisl Uil è netta: l’appalto dovrà essere solo la modalità residuale per l’affidamento dei servizi. Esistono altri meccanismi più innovativi (le rette, la co-progettazione, la co-programmazione) che vanno promossi e possono garantire in modo migliore sia l’innovatività dei servizi, sia la dignità del lavoro. E nel caso in cui si decidesse di ricorrere alle gare, queste dovranno essere costruite sulla base della sola offerta tecnica, sterilizzando la variabile prezzo. L’esperienza insegna che gare costruite sull’offerta economicamente più vantaggiosa, scaricano il “risparmio” sul taglio del costo del lavoro e sul ridimensionamento, inevitabile, della qualità del servizio.
Per ultimo resta sullo sfondo la questione risorse. La Provincia deve stanziare le risorse per coprire gli aumenti del contratto collettivo nazionale delle cooperative sociali per un totale di almeno 5 milioni di euro. Su questo fronte Cgil Cisl Uil chiedono la massima priorità nel varo della necessaria variazione di bilancio.