Il Presidente Fugatti pensa che per i pubblici il “recente” rinnovo dei contratti possa bastare
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“Apprendiamo dalla stampa che il Presidente Fugatti considera la richiesta di rinnovo dei contratti pubblici eccessiva, visto che sono stati appena rinnovati. Ribadiamo quello che abbiamo detto e ripetuto a tutti i tavoli sul tema: se persiste l’assenza di risorse i lavoratori dei comparti pubblici faranno sentire la propria voce, con iniziative di mobilitazione a partire dalle assemblee nei posti di lavoro. E’ inaccettabile che si ritenga – dopo un “buco” previdenziale e retributivo di otto anni, non recuperato e non recuperabile, subito dai pubblici dipendenti che, a dispetto di quanto si propagandava, non ha prodotto risparmi della spesa pubblica che è continuata a salire – di continuare con quella ricetta, evidentemente pensando che ormai il paziente è vaccinato”. Così Luigi Diaspro, Segretario Fp Cgil, alla notizia che il rinnovo dei contratti pubblici può attendere.
“La pazienza è finita!”, rincara la dose Giuseppe Pallanch, Segretario della Cisl Fp, “l’aver assicurato in questi lunghi otto anni servizi di qualità sul territorio, a dispetto della carenza di personale per il blocco delle assunzioni, blocco delle retribuzioni e delle progressioni, assunzioni di responsabilità oltre il lecito, turni nei giorni di riposo, non autorizza a pensare che l’alto senso del dovere e del servizio sinora manifestato dai dipendenti pubblici trentini possa continuare all’infinito. La Giunta mette a rischio la qualità certificata della pubblica amministrazione trentina in Italia e in Europa, un traguardo raggiunto grazie al lavoro di tutti i lavoratori impegnati e che ha effetti benefici sul Pil.”
Il rinnovo del triennio 2016/2018 rappresenta solo il primo e parzialissimo tassello per la ricostruzione di un sistema gravemente danneggiato dal lungo blocco contrattuale, cui occorre dare continuità per conseguire una prospettiva di innovazione, valorizzazione del ruolo degli addetti e qualità dei servizi, continuano i sindacalisti. Bisogna mettere mano al riordinamento professionale e al sistema di classificazione: le competenze delle lavoratrici e dei lavoratori vanno riconosciuti e valorizzati – dopo oltre vent’anni - attraverso un adeguato aggiornamento delle declaratorie con cui riconoscere professionalità ma anche differenze, in un’ottica generale di sistematizzazione dell’intero comparto, evitando risposte parziali e conservando l’unicità dei Contratti Collettivi di riferimento. Come anche la necessità di comprendere il futuro assetto istituzionale, con particolare riferimento alle Gestioni Associate per le quali i lavoratori in questi anni sono stati chiamati a responsabilità e carichi di lavoro straordinari ma in assenza di una strategia certa. E la chiarezza sul percorso di stabilizzazione del precariato e del piano assunzionale annunciato, che deve dare risposte ai precari storici della P.A. trentina e favorire il necessario turn over dovuto alle tante uscite per pensionamenti.
“L’assenza di risorse sul contratto rappresenta una precisa scelta politica che i lavoratori valuteranno adeguatamente, visto che in buona sostanza la riduzione di risorse nel bilancio provinciale – nota da anni – peserebbe ancora una volta sul comparto pubblico. Voler “ragionare” solo di vacanza contrattuale - pari a pochi euro mensili – vuol dire poi irridere i lavoratori pubblici, visto che l’istituto della vacanza contrattuale dovrebbe essere attivato automaticamente in caso di ritardi nel rinnovo del contratto a partire dal mese di aprile! Il Presidente della Giunta Provinciale o non capisce o fa finta e rischia di apparire una Maria Antonietta in chiave moderna “Se non hanno più pane, allora che mangino le brioche”. Ribadiamo ancora una volta che a livello nazionale le risorse sono state incrementate di un ulteriore miliardo, per complessivi 2, 775 miliardi, mentre nel vicino Alto Adige è stato stanziato il 4,8% oltre all’aumento generalizzato del buono pasto a 7 euro”.
“Quanto al Contratto della Sanità, consideriamo positivo che Fugatti abbia a cuore – come noi - gli infermieri, fulcro del sistema cui vanno date risposte adeguate in termini retributivi e professionali, ma rammentiamo che il contratto riguarda tutte le oltre 90 professioni del sistema, tra cui tecnici, amministrativi, Oss, etc., figure professionali cui occorre dare altrettante risposte nel contratto di comparto, riconoscendo professionalità e specialità. Quanto agli 11 milioni ancora sul tavolo – che Fp Cgil e Cisl Fp chiedono di riattivare al più presto – va detto che rappresentano esclusivamente una coda contrattuale che nulla ha a che vedere con le risorse necessarie per il rinnovo del triennio 2019/2021. In tale prospettiva invitiamo tutti ad un senso di responsabilità per sbloccare la trattativa per la conclusione del triennio 16/18, che di fatto mette a rischio il finanziamento 2019/2021. E’ tempo di dare una risposta concreta ai 7000 lavoratori della sanità trentina che attendono da anni quelle risorse già sul tavolo”.
“Ci aspettiamo quindi che il Presidente, nell’incontro di domani, ci dia risposte diverse da quelle che abbiamo visto oggi, e che riconosca che i pubblici dipendenti rappresentano una risorsa per l’intero sistema dei servizi per i cittadini e per le imprese, per il territorio e per l’ambiente, un investimento necessario e non una semplice voce di costo da poter azzerare o ritardare con alchimie di bilancio.
In caso contrario, l’intero sistema dei servizi pubblici trentini farà sentire la propria voce”, concludono Diaspro e Pallanch.
Le segreterie Fp Cgil – Cisl Fp