Giustizia, i lavoratori vincono il ricorso contro la Regione
Il giudice accoglie le richieste della Funzione Pubblica Cgil: ai lavoratori che passarono dal Ministero a Piazza Dante va riconosciuta l'anzianità giuridica ed economica maturata
Ai dipendenti del Ministero della Giustizia, che a seguito del passaggio della delega alla Regione sono diventati dipendenti regionali, va riconosciuta l’anzianità giuridica ed economica maturata negli anni di lavoro al Ministero. Nessuna scorciatoia e misura che possa penalizzare ingiustamente i lavoratori, peggiorando il loro trattamento. Lo ha definito il Tribunale di Trento con sentenza del giudice Michele Maria Benini che ha accolto il ricorso presentato dalla Funzione Pubblica Cgil a tutela di cinquanta dei 350 dipendenti interessati al passaggio tra i due enti.
I fatti risalgono a tre anni fa. Con un decreto legislativo a febbraio del 2017 (entrato in vigore l'8 marzo 2017) si dava attuazione alle delega sull’amministrazione della giustizia. Da quel momento in avanti passavano alla Regione Trentino Alto Adige le funzione riguardati le attività amministrative, organizzative e di supporto degli uffici giudiziaria. Al personale, all’epoca dipendente dal Ministero di Giustizia, veniva riconosciuta la possibilità di rinunciare al passaggio nel termine massimo dei 120 giorni successivi, quindi entro l'8 luglio 2017. Ai dipendenti trasferiti era da applicarsi il contratto collettivo dell'amministrazione regionale vigente che prevedeva, tra l'altro, il riconoscimento dell’anzianità pregressa sia ai fini giuridici che a quelli economici. Una questione di non poco conto sotto il profilo economico per le casse regionali.
La questione si inceppa quando la Regione con un proprio provvedimento legislativo decide di posticipare al 1° gennaio 2018 l'inquadramento nel ruolo del personale regionale, di fatto sovrapponendosi ad una legge para costituzionale di rango superiore. Non solo, ma a dicembre 2017 l'amministrazione regionale e molte sigle sindacali, non la Fp Cgil, siglano un accordo che modifica in modo sostanziale il contratto regionale e, casualmente, revoca proprio il pieno riconoscimento economico dei servizi prestati presso le amministrazioni di provenienz, in qusto caso il Ministero. Dunque in prossimità della data che la Regione aveva fissato per il passaggio dei dipendenti l’accordo in questione cambia le carte in tavola e stabilisce trattamenti peggiorativi per i lavoratori. Da qui la decisione di ricorrere al giudice che oggi, con sentenza di primo grado, riconosce il diritto dei lavoratori a mantenere e vedersi riconosciuto quanto maturato nella carriera pregressa presso l’altra amministrazione.
È una vittoria importante, che sancisce inequivocabilmente il diritto delle lavoratrici e dei lavoratori a vedersi applicare le norme contrattuali regionali vigenti al momento dell'opzione. Ma è anche una sottolineatura autorevole di quella che da subito abbiamo considerato una gravissima scorrettezza nei confronti dei lavoratori coinvolti, un combinato disposto tra legge regionale e accordo con sindacati consenzienti con l'unico fine di penalizzare i dipendenti giudiziari. Resta sicuramente l'amarezza di aver dovuto a nostra volta ingolfare le aule giudiziarie per vedere affermato un diritto, a causa dell'ostinazione e dell'arroganza dei più alti livelli politici e amministrativi regionali nell'affrontare i temi che la Fp Cgil ha portato al tavolo, con proposte e responsabilità che non hanno trovato il dovuto spazio e ascolto. La delega si è subito connotata come una vittoria eminentemente politica dell'autonomia regionale, ma non si comprende, ancora oggi, la complessità enorme del settore e la necessità di un approccio prudente, con meno arroganza e più disponibilità ad approfondire e valutare le profonde specificità del settore che, in quanto tali, vanno trattate con altrettanta specificità. Auspichiamo che questa vicenda determini davvero un cambio di rotta, per tutte le altre questioni aperte, dall'orario di lavoro alle progressioni economiche, al rinnovo del contratto regionale, per le quali siamo stati anche costretti ad una forte iniziativa di mobilitazione sul territorio. In caso la Fp Cgil continuerà la propria battaglia a difesa delle lavoratrici e dei lavoratori e, soprattutto, per l’efficienza e l'efficacia di servizi essenziali per i cittadini e le imprese.