NEWS

MART: Le contraddizioni di un sistema che non valorizza i propri dipendenti

.

I massimi vertici provinciali, con il presidente Fugatti e l’assessore Bisesti, insieme a presidente e firettore del Mart, hanno presentato nei giorni scorsi a Roma “L’autunno caldo del Mart”. Un titolo azzeccatissimo per le bellissime mostre annunciate, ma che rischia di tornare utile anche per le scelte che saranno fatte sulla condizione degli operatori museali in appalto.

Il Museo da anni ha scelto – per varie ragioni - di esternalizzare la gran parte delle attività del settore didattico. A nostro parere avrebbe potuto fare altro, tra cui sicuramente mantenere ed implementare i rapporti di lavoro interni, ma quella è stata la scelta, che ha comportato per i lavoratori l’adozione di un contratto a chiamata, seppure a tempo indeterminato, in condizioni di pressoché totale assenza di tutele e diritti, con un’evidente contraddizione tra un servizio d’eccellenza e l’altissimo livello di offerta culturale che il Mart è impegnato ad assicurare sul territorio, come quest’ultima preannunciata, e la precarietà e l’inaccettabilità delle condizioni di lavoro degli operatori dei servizi.

Fp - Cgil ha rilevato in varie occasioni, nelle sedi opportune, l’incongruenza di questa condizione, che non funziona e non poteva funzionare né per i lavoratori né per il servizio stesso della didattica, che intercetta oltre il 50% dei visitatori del Museo. Numeri importanti che la dicono lunga sul valore strategico di questo settore, che opera in gran parte con gli istituti scolastici.

A breve dovrebbe partire l’affidamento del nuovo appalto: autunno caldo o meno, ci aspettiamo e sollecitiamo un passo avanti concreto e sostanziale, quale la reinternalizzazione del servizio attraverso veri contratti di lavoro, con forme di flessibilità possibili, ma con garanzia minime di tutele che oggi mancano, a partire dalla maternità.

Vanno ricreate condizioni dignitose e rispettose per questi lavoratori, tutti altamente qualificati e appassionati del proprio lavoro, che sul territorio vogliono restare per svolgere un ruolo attivo, per sentirsi parte riconosciuta e valorizzata di un sistema, quale quello museale trentino, che mira ad obiettivi sempre più ambiziosi.

Un sistema che vanta primati a livello nazionale e mira all’internalizzazione non può applicare condizioni contrattuali inaccettabili ai propri dipendenti, che assicurano qualità ed alta professionalità nei servizi.

 

 

TORNA SU