Progettone, sciopero per il contratto il 26 settembre
Protesta per un rinnovo che la giunta vorrebbe far passare con zero risorse. Sindacati: “Disattese tutte le nostre aspettative. Almeno siano coerenti con quanto dichiarato quando erano all’opposizione”
Sul rinnovo del contratto del Progettone il tempo delle discussioni è scaduto. Dopo un confronto che non ha portato a nessun significativo passo in avanti e di fronte ad una giunta provinciale che pretende di rinnovo il contratto non mettendo nemmeno un euro in più sul tavolo i sindacati proclamano lo sciopero. I lavoratori incrociano le braccia giovedì prossimo, 26 settembre, per l’intera giornata. E’ in programma anche un presidio di protesta a partire dalle 9.00 in Piazza Dante.
I duemila addetti del Progettone sono senza contratto da giugno di quest’anno. In avvio della trattativa, consapevoli anche di un contesto economico e sociale diverso rispetto a tre anni fa, sembrava ci fossero buoni spazi per firmare un accordo che riconosce dignità ai lavoratori, anche dopo i sacrifici di cui si sono fatti carico responsabilmente con l’ultimo contratto. A nulla, invece, hanno portato gli incontri con l’assessore Achille Spinelli che, su mandato della giunta provinciale, vorrebbe rinnovare il contratto senza riconoscere nessun aumento ai lavoratori sul piano delle retribuzioni né nessun passo avanti sulle questioni normative aperte. “Una posizione per noi inaccettabile – dicono i segretari generali di Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil, Maurizio Zabbeni, Fulvio Bastiani e Fulvio Giaimo -. Troppo facile giocare in attacco quando si è all’opposizione, per poi proporre un rinnovo al ribasso oggi che sono al governo. Allora il presidente Fugatti parlo di un accordo che “toglieva dignità ai lavoratori”, oggi che il contesto è oggettivamente meno critico di tre anni fa, vorrebbero un contratto peggiore. Non ci stiamo, chiediamo coerenza”.
Nei fatti la Provincia non è disposta ad investire risorse aggiuntive per il nuovo contratto. L’assessore Spinelli ha chiarito che le eventuali risorse in più possono essere destinate ad ampliare la platea delle persone che può accedere al Progettone. “Uguale a tre anni fa, ma allora dovevamo fare fronte agli effetti della crisi che aveva aumentato il numero di disoccupati, oggi è diverso – insistono i tre segretari -. I lavoratori si aspettano risposte diverse sulla nostra piattaforma”.
Flai, Fai e Uila hanno chiesto il recupero dell’inflazione del triennio 2016-2018 pari al 3,8% e l’inflazione programmata per il prossimo triennio, che vale circa il 3,2%. Le organizzazioni dei lavoratori chiedono anche si metta mano alla parte normativa del contratto riconoscendo anche il ruolo che questi lavoratori svolgono in molti settori. “Non si può non vedere che si sono interi settori dove i lavoratori del Progettone non affiancano i dipendenti, ma li sostituiscono, vuoi anche per la carenza di personale che ha imposto il blocco del turn over degli ultimi anni. Serve un riconoscimento di questa situazione, non si possono usare questi lavoratori come manodopera a basso costo, evitando l’applicazione dei contratti giusti”, concludono i sindacalisti.