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Muse, lavoratori delle cooperative in agitazione

Nessun riconoscimento economico, part time che sono disponibili a tempo pieno, nessuna organizzazione di pause e turnistica alla base della protesta

Clima teso tra i circa 90 lavoratori e le lavoratrici in appalto al Muse. Ad un anno dall’assegnazione della gara per i servizi di vigilanza, accoglienza, biglietteria, visite guidate e educatori museali la situazione è diventata insostenibile. Nonostante l’apertura di un confronto sindacale con le cooperative che gestiscono i servizi (Mimosa, Socioculturale e Coopculture) tutte le richieste dei lavoratori sono rimaste inascoltate. Non ha avuto riscontro la richiesta di un riconoscimento economico come previsto dal protocollo d’intesa tra Provincia, Consorzio dei Comuni e Parti sociali, mentre in questi mesi si sono accumulati problemi organizzativi nella gestione dei turni e delle pause.
Tra le questioni più gravi quella dei lavoratori e delle lavoratrici part time, che costituiscono la maggioranza dei settanta addetti. “A questo personale inquadrato con contratti a tempo parziale viene nei fatti chiesta una disponibilità sull’intera giornata – denuncia Roberta Piersanti della Fp del Trentino -. Non sanno mai con adeguato anticipo qual è il loro esatto turno di lavoro né quando hanno il giorno di riposo. Dunque sono sempre appesi alle esigenze di disponibilità del museo senza nessuna programmazione”. Tutti i contratti part time non hanno una collocazione temporale precisa e, nonostante il confronto avviato da tempo, nessuno di questi contratti è stato modificato ai sensi di legge.
I lavoratori lamentano anche la pessima gestione dei turni di lavoro, dei riposi e delle ferie, in un meccanismo di banca ore che non trova alcun fondamento contrattuale né è stato concordato con le organizzazioni sindacali. A fronte di questa situazione i lavoratori in assemblea hanno deciso all’unanimità la proclamazione dello stato di agitazione. Se nelle prossime settimana il confronto non si sbloccherà e non ci saranno degli avanzamenti concreti verranno messe in atto altre forme di protesta.




Trento, 5 settembre 2019

 

 

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