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Trasporto pubblico, risorse insufficienti per il rinnovo del contratto

Montani (Filt): la Provincia chiede maggiore produttività ai lavoratori, mentre si dovrebbe cambiare rotta sulle scelte di mobilità

Arranca la trattativa per il rinnovo del contratto integrativo per i lavoratori del trasporto pubblico locale, fermo da più di dieci anni. La Provincia ha messo sul tavolo 2 milioni di euro, risorse che il sindacato giudica insufficienti per i 1.300 dipendenti di Trentino Trasporti.

Pur avendo Trentino Trasporti un costo chilometrico inferiore, anche se di poco, alla media nazionale, uno degli aspetti che ha permesso l’affidamento in house del servizio, per la Provincia esistono ancora margini di miglioramento – spiega Stefano Montani, segretario provinciale della Filt del Trentino -. Piazza Dante punta ad un recupero di produttività in termini di rapporto “chilometri percorsi per lavoratore”.

Una richiesta non condivisa dal sindacato perché pesa esclusivamente sulle spalle dei lavoratori, non andando a toccare altri fattori che potrebbero significativamente abbattere i costi e, quindi, accrescere la produttività. “Il recupero di produttività che ancora una volta viene chiesto ai lavoratori da parte della Pat, dopo un blocco contrattuale durato più di un decennio, si può ottenere senza aggravare la turnistica e senza una ulteriore dilatazione degli archi di lavoro”, insiste Montani.

Secondo il sindacato serve un cambio di passo nelle politiche per la mobilità. “E’ innegabile che la prevista e condivisa bigliettazione a bordo e la conseguente lotta all’evasione tariffaria rallentano in qualche modo la velocità del mezzo, ma il problema è soprattutto altro. Manca a Trento un adeguato numero di corsie preferenziali per far transitare i veicoli pubblici. E’ evidente che per far questo, e conseguentemente avere una mobilità più sostenibile ed efficiente (veloce) ed un capoluogo meno congestionato dal traffico, servono scelte politiche ed un piano della mobilità comunale che preveda sensi unici per permettere l’allargamento dei sensi di marcia e parcheggi di attestamento in periferia. Scelte, queste, che se viste in un’ottica puramente elettorale possono essere rischiose, ma che alla lunga si rivelerebbero vincenti”.

 

Investire in questa direzione permetterebbe di ridurre i tempi di percorrenza, migliorando il servizio per i cittadini, maggiormente incentivati ad usare i mezzi pubblici e aumentando la vivibilità urbana.

 

Per ultimo i costi si abbasserebbero acquistando mezzi a metano. “Oggi solo il 26% del parco mezzi di Trentino trasporti non è a gasolio e dei 27 nuovi mezzi previsti per il 2019/2020 solo 7 sono o saranno a metano - prosegue il segretario della Filt -. Se poi il metano per l’orografia collinare del capoluogo e prevalentemente montana della provincia non garantisce adeguate prestazioni, non si comprende il senso di costruire paragoni con società dei trasporti che operano in situazioni completamente diverse. Serve un cambio di rotta nelle politiche per la mobilità. Oggi, invece, siamo fermi alle guardie giurate, ai mezzi pubblici gratuiti per gli anziani indipendentemente dal loro reddito, al recupero di produttività incentrato sui lavoratori”.

 

 

Trento, 26 agosto 2019

 

 

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