Trentino Trasporti, all’officina progressioni interne bloccate
Sindacati: i capisquadra si selezionano solo all’esterno. L’azienda dice no anche alla richiesta di anticipo turno anche per il caldo
All’officina di Trentino Trasporti non sembra esserci personale adatto alle nuove esigenze aziendali. La società, infatti, ogni volta che ha bisogno di nuovo personale da inquadrare come caposquadra si rivolge sempre in esterno scegliendo di non valorizzare né far crescere il personale interno. Lo denunciano Stefano Montani della Filt e Paolo Saltori della Faisa, sottolineando anche il clima difficile che c’è in reparto. I lavoratori si sono visti rifiutati anche la richiesta di anticipare l’inizio dei turni di lavoro nel periodo estivo, per gestire meglio il lavoro durante le giornate di caldo torrido. Ma l’azienda ha detto no.
A creare malcontento è la gestione delle selezioni del personale. ”L’assegnazione di tre dei quattro nuovi posti di caposquadra, oggetto di concorso nell’ultimo anno, non ha trovato risposta all'interno del reparto, e si è scelto di fare un bando esterno – dicono i due sindacalisti -. Stessa dinamica, pare, si sia verificata anche con l'ultima selezione di maggio per la nomina di capo carrozziere rimasta ad oggi senza esito. Unica certezza, la pubblicazione da parte di Trentino trasporti di un bando per l'assunzione esterna della figura”. Un atteggiamento che ha scoraggiato molti addetti interni che si ritrovano sempre giudicati senza le competenze necessarie per avanzare di ruolo, in buona sostanza.
Inoltre hanno lasciato a dir poco perplessi le modalità scelte dall’azienda per l’assegnazione di qualifiche superiori. “Sarebbe stata sufficiente un’informativa preventiva ai lavoratori con la spiegazione dei criteri. Invece nulla”. E come se non bastasse alcuni degli avanzamenti assegnati sono stati revocati, per essere probabilmente riassegnati a gennaio 2020.
L’officina di Trentino Trasporti è un reparto strategico per il buon funzionamento del trasporto pubblico; gli 80 dipendenti si occupano infatti della manutenzione e riparazione degli 800 autobus e pullman che circolano sul territorio provinciale. “Purtroppo la professionalità acquisita con anni di esperienza sul campo pare non essere pienamente riconosciuta dalla Società – insistono Montani e Saltori -. Di norma, prima di rivolgersi altrove, qualsiasi azienda dovrebbe agevolare lo sviluppo professionale del proprio personale, dando ai lavoratori le possibilità, gli strumenti e le opportunità di crescere. A parer nostro, considerare i propri dipendenti un valore sul quale investire, porterebbe al benessere aziendale, favorendo la gratificazione del singolo e il conseguente miglioramento della qualità dei servizi”.
Se il modello organizzativo non viene intaccato, quanto sta accadendo è una dimostrazione dell'attenzione che viene posta al benessere collettivo del settore. “Un'attenzione più volte richiesta e negata che dovrebbe essere invece un fattore diffuso e conseguentemente di crescita per l'intero reparto”, concludono i sindacalisti.
Trento, 25 luglio 2019